L’Italia può tornare a crescere solo attraverso una terapia shock: con una spesa pubblica di 10 miliardi l’anno per tre anni da utilizzare per investimenti pubblici e creazione diretta di lavoro (520 mila pubblici e 80 mila privati), si genererebbe in Italia un incremento degli occupati di circa 1 milione 368 mila unità, il tasso di disoccupazione scenderebbe al 4,8%, mentre il Pil reale salirebbe al 5,7% e gli investimenti pubblici e privati crescerebbero del 19%. Questa in estrema sintesi la ricetta indicata dalla Cgil nel suo Piano Straordinario per l’occupazione presentato quest’oggi in un’iniziativa tenutasi presso la sede nazionale della Confederazione, a cui ha partecipato il segretario generale Susanna Camusso.
“Per una vera crescita dell’economia del Paese il sistema pubblico deve creare direttamente lavoro, solo così si possono generare quelle condizioni di ottimismo e certezza per far ripartire i consumi e gli investimenti”. Così Danilo Barbi, segretario confederale Cgil, ha illustrato questa mattina le nuove proposte contenute nel documento per il rilancio del Piano del Lavoro. “Il nostro Piano Straordinario – ha spiegato Barbi – è una terapia shock per ridurre la disoccupazione, in particolare giovanile e femminile, sia attraverso la promozione di nuova domanda, ovvero aumento di occupazione, salari, consumi e investimenti, sia dell’offerta, con nuovi settori di attività economica e nuove professionalità”. Due le direttrici da seguire, indicate dal segretario confederale, la prima i bisogni sociali e di manutenzione del territorio largamente insoddisfatti, la seconda l’innovazione industriale e il rilancio della ricerca.
Per la Cgil gli obiettivi del Piano sono obiettivi plausibili, raggiungibili in breve tempo e soprattutto finanziabili, infatti il sindacato individua diverse possibilità di finanziamento, ad esempio: 260 miliardi all’anno per 10 anni si potrebbero ottenere, così come proposto anche dalla CES, da un cambiamento del Patto di Stabilità; 20 miliardi all’anno con l’introduzione di un’imposta sulle grandi ricchezze di tipo progressivo; dai 30 ai 40 miliardi all’anno attraverso la riduzione strutturale dell’evasione.
Per la Cgil il Paese non può più aspettare, nove anni ininterrotti di crisi strutturale hanno cancellato 1,6 milioni di posti di lavoro, e le persone in condizione di povertà assoluta sono aumentate di oltre due milioni. Per questo, come annunciato dal segretario generale della Cgil Susanna Camusso a conclusione dell’iniziativa, “presenteremo al Governo il nostro Piano Straordinario, è di grande urgenza”, anche in vista della nuova legge di Stabilità.
All’iniziativa presieduta da Gaetano Sateriale, coordinatore del Piano del Lavoro Cgil, sono intervenuti: Danilo Barbi, segretario confederale Cgil, che ha illustrato i contenuti della proposta; Roberto Artoni, professore di economia all’università Bocconi; Maurizio Franzini, professore di economia all’università Sapienza di Roma; Laura Pennacchi, coordinatrice del Forum economia della Cgil; Riccardo Realfonzo, professore di economia all’università del Sannio. Le conclusioni sono state affidate al segretario generale della Cgil, Susanna Camusso.
Qui i materiali: http://www.cgil.it/lavoro-cgil-13-settembre-iniziativa-piano-straordinario-occupazione/#