Mai fino ad oggi si era registrato un attacco così pesante alla libertà e al pluralismo dell’informazione. Siamo di fronte, non sappiamo se per scelta o per ignoranza, probabilmente per entrambe, ad un’azione che colpisce nell’ordine:
- la Rai, col taglio di 150 milioni e la vendita di Rai Way;
- l’editoria no profit, col taglio drastico dei contributi che colpirà inevitabilmente anche tutta l’emittenza locale;
- e infine la decisione sciagurata che riguarda la rete di vendita (le edicole) che prevede una demenziale forma di liberalizzazione per la quale il sindacato degli edicolanti ha indetto otto giornate di sciopero.
Il tutto, com'è evidente, produrrà effetti pesanti sui livelli occupazionali dell’intero settore, non solo con la perdita di posti di lavoro ma anche con la scomparsa di professionalità difficilmente sostituibili.
In sintesi, come si può evincere l’attacco riguarda la più grande istituzione culturale e di informazione del nostro paese, l’editoria collegata ai pluralismi territoriali e la parte finale della commercializzazione dei prodotto editoriali.
Il nostro auspicio è che sia rimasto ancora qualche esponente politico di buon senso che cerchi di comprendere la situazione e agisca di conseguenza.
In alternativa il governo Renzi abbia il coraggio di proporre al Parlamento l’abolizione dell’art. 21 della Costituzione.