L' Amministratore Delegato cerca di rassicurare l'azienda sul futuro che l'aspetta, interpretando positivamente la creazione di un polo industriale formato da aziende operanti nello stesso settore e dunque potenzialmente più forti. Un potenziale positivo per Seat, che però passa attraverso una operazione straordinaria che richiede mezzi finanziari.
L’attenzione va dunque spostata sulla nostra cassa, tesoretto faticosamente racimolato con i sacrifici di tutti, e che dovrebbe garantire e supportare il percorso che la società ha dichiarato di voler seguire per tornare a crescere, dichiarazione avvenuta davanti alle autorità preposte a vigilare il percorso concordatario.
Siamo invece oggi ad interrogarci se non ci stiamo pericolosamente avvicinando all'ennesima puntata di un film già visto, dove le nostre vitali risorse, nelle mani di azionisti di maggioranza che in passato hanno già dimostrato di che pasta sono fatti, potrebbero seguire un percorso diverso da quello stabilito.
Alcuni hanno pagato per questo, a dimostrazione che gli errori commessi erano animati da una evidente malafede, ma come la storia ci insegna i risarcimenti non sempre arrivano in tempo utile per tenere in vita il malato.
In questa fase così delicata non possiamo quindi esimerci dall'alzare la voce per dire che a questo gioco i lavoratori tutti di questa azienda non si piegheranno poiché abbiamo imparato dalle esperienze passate.
Lotteremo con ogni mezzo per preservare questo valore. Monitoreremo questo Consiglio di Amministrazione con la data di scadenza stampata in fronte perché non compia l'ennesimo misfatto, ne atti lesivi per Seat.
Vigileremo perché non sia sprezzante di regole trascurate con la consueta superficialità, dolo e attaccamento all'unico padrone riconosciuto, in quanto parte dello stesso sistema.
Lo spirito della legge che consente le fusioni societarie è esclusivamente l'ampliamento e il rafforzamento strategico delle stesse, non la mera speculazione finanziaria.
Speriamo che le Autorità (che per una società quotata sono tante) facciano altrettanto mantenendo quel faro, che si è acceso con 10 anni di colpevole ritardo, ben puntato sulla nostra Seat.
Ci auguriamo che l’azienda e i lavoratori non siano costretti a pagare di tasca propria l'ennesimo episodio di mala gestione.