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INDUSTRIA E ARTIGIANATO

PROTOCOLLO CONDIVISO SU SALUTE E SICUREZZA COVID-19

Venerdì 20 Marzo, a seguito richiesta incontro da parte delle Segreterie Nazionali SLC CGIL FISTEL CISL UILCOM UIL come da indicazioni del Protocollo d'intesa tra CGIL CISL e UIL e Governo dello scorso Sabato 14 Marzo, si sono incontrati i rappresentanti della Direzione Aziendale e le OO.SS. Nazionali SLC CGIL, FISTEL CISL, UILCOM UIL e UGL Carta e Stampa.

L'incontro è stato utile a dare concretezza a quanto previsto nel DPCM dell'11 Marzo 2020 e successivamente ribadito nel Protocollo d'intesa sopra citato, per dare una risposta operativa al contrasto e contenimento della diffusione del contagio da Covid-19 in ambito aziendale.

Il punto cardine dell'incontro si è basato sul fatto che le attività produttive continuano stante le condizioni di sicurezza a livello sanitario che passano attraverso i Dpi ( dispositivi protezione individuale ) e la distanza tra lavoratori che non può essere al di sotto del metro lineare.

Per favorire la minor presenza sul posto del lavoro e di conseguenza abbattere la possibilità di contagio, lo smart working o lavoro agile è lo strumento principe che favorisce la prosecuzione del lavoro da casa a tutela del lavoratore e, conseguentemente, della produttività dell'azienda; per tale motivo abbiamo invitato la dirigenza aziendale a lavorare in tale ottica invitando tutti i responsabili ad essere maggiormente reattivi e propositivi su tale strumento evitando parcellizzazioni ma, anzi, promovendolo il più possibile tra i loro collaboratori, consigliando là dove avessimo carenza di PC portatili di ricorrere alle postazioni fisse consentendone il trasferimento presso le abitazioni dei colleghi.

Non sfugge a nessuno che comunque alcune realtà produttive di Ipzs non possono essere sostituite con lo strumento dello smart working, né tanto meno fermate perché utili, indispensabili e strategiche per la collettività e il Paese; a tal riguardo facciamo riferimento anche al DPCM 22/03/2020, che comunque unitariamente non riteniamo sufficientemente adeguato, alle indicazioni aziendali e alle eventuali determinazioni governative in merito alla strategicità delle lavorazioni IPZS. Proprio per tale motivo abbiamo chiesto che ogni lavoratore impegnato nella produzione e di fatto a rischio promiscuità con altri colleghi venga dotato di mascherina sempre e comunque mantenendo la distanza minima consigliata dall'Istituto Superiore di Sanità e là dove l'attività comporti una vicinanza al di sotto della minima stabilita si dovrà ricorrere a mascherine di dotazione superiore come rischio biologico compreso utilizzo di altri DPI se necessari all'uopo. È evidente che se l'azienda non fosse in grado di consegnare il materiale atto a proseguire l'attività in sicurezza e se venisse meno il rispetto della normativa vigente, resterebbe solo un'unica possibilità che è quella della chiusura di quella produzione od una drastica riduzione della stessa per aumentare gli spazi di lavoro.

Da questa ultima situazione potrebbe nascere la necessità di regolamentare come le persone, che potrebbero restare a casa per motivi di sicurezza o calo di produttività e in che modo dovranno restarci; la soluzione non può che passare attraverso l'uso di ferie, Rol e Rao residui, permessi a recupero e banca ore con saldo in negativo, spettanze dell'anno 2020, finanche al ricorso in extrema ratio degli ammortizzatori sociali come la cassa integrazione ordinaria o in deroga.

Altro tema fondamentale è l'informazione e la prevenzione sanitaria, la prima passa attraverso regole di sana pulizia ma anche in un auspicabile senso di responsabilità collettivo che eviti la presenza di persone che presentino sintomi influenzali, la seconda attraverso ingressi ed uscite separate nonché la misurazione della temperatura corporea all'arrivo sul luogo di lavoro.

Nonostante l’azienda avesse comunicato preventivamente questa scelta, la stessa non è stata mai applicata poiché ci hanno comunicato la difficoltà nel reperire i termo scanner utili a tale attività e pertanto per tale motivo momentaneamente accantonata.

Abbiamo sottolineato che per noi resta fondamentale questa prevenzione ed abbiamo invitato l'azienda a fare tutti gli sforzi necessari per reperire il materiale, nel frattempo sono ancora più importanti l'informazione e la sensibilità di tutti ad evitare inutili rischi per i colleghi se si ha anche il minimo dubbio di poter arrecare rischio di contagio recandosi al lavoro in uno stato di salute non salubre.

Ai fini di cui sopra viene istituito un Comitato di Sorveglianza composto da azienda e sindacato che monitori e verifichi la corretta applicazione delle regole condivise nel Protocollo tra OO.SS e Governo dello scorso 14 Marzo.

La delegazione Sindacale sarà composta dalle quattro Segreterie Nazionali firmatarie del presente accordo, una delegazione di RLS del polo Salario, della Zecca, di Foggia e di Verres. Il Comitato si riunirà regolarmente e comunque ogni qual volta ne necessiti la convocazione e sarà coadiuvato nella sua attività dalle Commissioni di Stabilimento che svolgeranno attività di raccolta delle specifiche necessità di ogni realtà produttiva. La Commissione di Stabilimento sarà composta a sua volta da una delegazione aziendale e per la parte sindacale saranno presenti tutte le RSU, RSA e RLS.

Il nostro senso di responsabilità ci ha portato a confrontarci rapidamente con l'azienda per trovare tutte le soluzioni per garantire prima di tutto la salute e la sicurezza dei lavoratori e poi la salvaguardia della produzione anima e corpo di una azienda fondamentale per la pubblica utilità.
È troppo semplice agitarsi e sbraitare senza mai proporre o peggio ancora raccontare "favole" ai lavoratori promettendo di stare a casa a stipendio pieno pagato dall'azienda.

La realtà è differente dalle storie raccontate di chi gioca sulla pancia e le paure delle persone senza raccontare cosa significherebbe uno stabilimento totalmente fermo e le ricadute sullo stipendio delle persone, poiché stare in cassa integrazione non significa percepire lo stesso stipendio mensile a cui si è abituati.

Se ci sarà la necessità di chiudere per motivi di sicurezza, saremo i primi a pretenderlo e lavoreremo per tutte le soluzioni possibili prima di arrivare agli ammortizzatori sociali.

Questo significa lavorare su smart working massivo dove possibile, ferie, Rol e Rao residui, spettanze annue anche oltre il 50% previsto di legge e applicabile unilateralmente dall'azienda, ; questo significa essere realisti e leali, significa non raccontare stupidate e promesse non mantenibili e soprattutto pretestuose. Forse qualche organizzazione sindacale è già entrata in campagna elettorale ed elargisce promesse, raccontando mezze verità, a noi interessa invece uscire da questa emergenza sanitaria mettendo in sicurezza i lavoratori ma evitando poi in futuro che diventi un emergenza lavorativa, perché questo significa serrare e chiudere tutto senza raziocinio.

Per ultimo ma non per importanza, la solita sigla sindacale ha sentenziato sul protocollo d'intesa definendoci traditori, ma lo stesso protocollo permette di avere voce in capitolo con il Comitato di Sorveglianza e siamo curiosi di capire come si porrà chi ha il ruolo di RLS dentro quella sigla sindacale. Adesso si dimostra con i fatti chi realmente ha voglia di fare e trovare soluzioni e chi ha voglia di straparlare e raccontare favole.

Roma, 21 marzo 2020

  Le Segreterie Nazionali

             SLC CGIL                             FISTEL CISL                                  UILCOM UIL                      UGL CARTA E STAMPA
Michele Lunetta                Alessandro Faraoni                        Roberto Retrosi                          Enzo Valente

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