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INDUSTRIA E ARTIGIANATO

Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil: “Salta la trattativa a tutela delle persone in procedura di licenziamento. Con pregresso a tinte fosche denunceremo in ogni luogo istituzionale l'atteggiamento assunto dall’azienda”

Roma, 6 giugno - “Nessun accordo, nuovo dietrofront sulla pelle dei lavoratori. Dopo l’avvio della procedura di licenziamento collettivo per 7 lavoratori e 20 giorni di trattativa, questa mattina con una informativa telefonica, l’Agenzia DiRE ha comunicato alle sigle sindacali che non intenderanno mantenere l’accordo”. E’ quanto dichiarano le sigle sindacali di Slc Cgil, Fistel e Uilcom Uil.
“Il 9 maggio 2024 la DIRE ha avviato una procedura di licenziamento collettivo per 7 lavoratrici e lavoratori. La DIRE è tristemente e ormai nota per vicende che hanno visto al centro i lavoratori grafici e giornalisti subire atteggiamenti vessatori, licenziamenti illegittimi, ammortizzatori sociali con un fortissimo impatto economico sulle retribuzioni ed infine anche condotta antisindacale”, precisano i sindacati.
Infatti, “Nonostante un pregresso a tinte molto fosche per il bene di tutti i dipendenti coinvolti, le OO.SS hanno iniziato fin da subito un confronto per cercare un accordo che potesse tutelare le persone nell’affrontare un momento drammatico come il licenziamento. Dopo circa 20 giorni di trattativa e una sintesi di massima sui contenuti dell’accordo, che prevedesse come unico criterio di uscita la non opposizione ed un incentivo all’esodo, nell’ultimo giorno della fase sindacale l’azienda ha comunicato alle OO.SS di non essere nelle condizioni di poter erogare somme economiche avendo in essere un fermo amministrativo. Dopo aver dato speranza ai dipendenti, già provati da due anni di contratto di solidarietà e in ultimo dall’ipotesi di licenziamento, un nuovo dietrofront”.
Difatti proseguono le sigle, “improvvisamente l’azienda si accorge di non poter procedere ai pagamenti per mancanza di liquidità dando motivazione molto superficiali e poco comprensibili. Appare non credibile che l’azienda non abbia fatto alcuna verifica prima dell’avvio della procedura di licenziamento su quali strumenti adottare. Non vogliamo credere di trovarci in presenza di una dirigenza non all’altezza del ruolo che riveste”.
E ancora concludono le rappresentanze, “E’ evidente che andremo affondo a questa storia in maniera complessiva. Cercheremo di capire tante e troppe contraddizioni nelle stesse comunicazioni relative al numero effettivo degli esuberi previsti per il settore grafico. Dopo 2 anni e mezzo di ammortizzatori sociali, l’uscita di 8 colleghi, alcuni par-time, altre dimissioni, non comprendiamo come non si sia riusciti a ridurre il numero degli esuberi. Vogliamo capire quali siano effettivamente le condizioni economiche dell’azienda. Reputiamo pertanto questo un atteggiamento inaccettabile. Come OO.SS non accetteremo passivamente quanto comunicato dall’azienda, denunceremo in ogni luogo istituzionale l'atteggiamento assunto dalla DIRE a partire dall'incontro previsto dalla procedura in Regione Lazio”.

DIRE: Slc Fistel Uilcom chiedono a Barachini incontro urgente, “No ai sette licenziamenti. A rischio anche futuro Agenzia”

(U.S. Slc Cgil) -Roma, 7 giu- La richiesta di un incontro urgente per impedire il licenziamento di sette lavoratori dell’agenzia di stampa nazionale Dire è partita stamani all’indirizzo del sottosegretario Alberto Barachini a firma dei sindacati nazionali di Slc, Fistel e Uilcom.
“Ancora una volta i vertici dell’Agenzia Dire dimostrano di non voler intervenire nell’individuazione di percorsi che garantiscono la tutela occupazionale” scrivono Giulia Guida, Paolo Gallo e Roberta Musu, mentre fanno sapere che l’azienda ha appena comunicato l’intenzione di procedere con i licenziamenti appellandosi ad una
situazione debitoria nei confronti delle Istituzioni Statali.
A Barachini, Slc Fistel e Uilcom fanno fanno presente di vedere fortemente a rischio anche il ruolo storico dell’Agenzia oltre che l’occupazione degli addetti e che, nella trattativa che va avanti oramai da mesi e mesi, i sindacati hanno messo in campo “tutto il senso di responsabilità necessario alla situazione, individuato e proposto ogni tipo di percorso, tutela dei lavoratori, esodi incentivati, percorsi di outplacement”.

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