L’11 febbraio, presso il sito industriale di RCS Mediagroup, si sono incontrati con il management del Gruppo
Il CAE ed il coordinamento nazionale, assistiti dalle segreterie nazionali e territoriali.
La profonda crisi, che da 5 anni attanaglia il Settore dell’Editoria, ha determinato perdite di fatturato per RCS di oltre il 30%, a ciò si aggiunge il problema di un debito in scadenza a fine anno di circa 800 milioni di euro. Ad oggi peraltro non è definibile un piano di ricapitalizzazione, necessario per affrontare i problemi finanziari del Gruppo. Il vertice aziendale ha approntato un piano di sviluppo che prevede circa 180 milioni di euro di investimenti, tende a consolidare il perimetro di gruppo, a difendere le attività “core” e a tutelare tutti i prodotti premium pur prevedendone una graduale mutazione che permetta loro di essere trasferiti sui devices web.
Per poter affrontare i problemi finanziari e le necessità di investire sul nuovo, l’Azienda ritiene di intervenire in modo diffuso con la dismissione di alcune testate periodiche e dei collezionabili non più rispondenti, eventuali terziarizzazioni di attività “no core”, con possibili efficientamenti organizzativi e interventi sul costo del lavoro.
Tali operazioni coinvolgono in Italia e Spagna circa 800 lavoratori tra grafici, poligrafici e giornalisti.
A tale percorso verrebbero associate politiche di risparmio sul costo delle collaborazioni e dei servizi e la razionalizzazione degli immobili.
Tutte queste iniziative porterebbero il gruppo, nei tre anni della durata del Piano, ad adeguarsi al mutato contesto del mercato editoriale ed a tornare profittevole.
Le OO.SS. ritengono innegabili le difficoltà del mercato e condividono la necessità per RCS di affrontare il cambiamento dell’editoria, ma reputano che gli impatti sui dipendenti, potenzialmente gravi ed importanti, andranno fronteggiati attraverso confronti negoziali seri, consapevoli e non frettolosi.
Considerano, inoltre, in una Azienda così articolata dal punto di vista merceologico e geografico che, al di là delle specifiche titolarità negoziali che svilupperanno ai tavoli le tematiche locali e caratteristiche, sarà necessario garantire un elemento di tenuta unitario dell’intero Gruppo con la struttura di coordinamento nazionale, in un confronto, cui non si può non riconoscere una indubbia valenza politica generale.
Auspichiamo un ulteriore incontro, prima della riunione del C.d.A. di marzo, per poter fornire agli amministratori le valutazioni di fronte sindacale sul Piano, che, è il caso di affermarlo con chiarezza da subito, sarà affrontato all’insegna della volontà di risolvere i problemi dell’Azienda, ma trovando soluzioni che non abbiano impatti traumatici sulle persone.
Roma, 12 Febbraio 2013
Le Segreterie Nazionali
SLC-CGIL FISTEL-CISL UILCOM-UIL