Monica Maggioni è un'autorevole e preparata professionista, una giornalista che ha saputo dimostrare sul campo il suo valore. Conosce
l'azienda ed è conosciuta da chi ci lavora per la sua serietà e le sue capacità, doti che al futuro Presidente della Rai non possono mancare
in un momento così delicato della vita aziendale.
Il cda, per come è stato nominato, non costituisce quel cambio di verso che tutti si aspettavano e si auguravano e di cui l'azienda e il Paese avevano grande bisogno. Siamo tornati indietro di anni. Il cambio della governance della più grande e importante azienda culturale del Paese è stato, infatti, accantonato per gli interessi politici e di bandiera. Anzi, al di là delle persone nominate, di cui apprezziamo le capacità individuali l'autorevolezza e la professionalità, la logica con cui si è giunti a questo rinnovo supera la vecchia pratica della lottizzazione partitica o correntizia, per arrivare addirittura al familismo.
Nei prossimi mesi e anni la Rai dovrà affrontare passaggi difficili. Dovrà essere rinnovato il contratto di servizio, riproposta e rafforzata la sua vocazione culturale, difeso il pluralismo informativo e il ruolo di servizio pubblico di un'azienda patrimonio dell'intera collettività. E ci sarà da innovare, non solo nella struttura aziendale, nella programmazione e nelle, infrastrutture, ma anche sul versante del lavoro.
La Cgil è pronta a fare, come sempre, la sua parte. Ha idee e proposte da avanzare. Mi auguro che il nuovo Cda saprà assolvere a questi compiti rilanciando il dialogo con i lavoratori della Rai, sfruttando le loro grandissime professionalità, difendendo il patrimonio di dialogo e di relazioni sindacali che negli anni si è costruito.