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Il serrato confronto con Rai Way, seguito alla collocazione in borsa dell’azienda, ha prodotto in circa 16 mesi di confronto due accordi importanti con i quali si è provato a ridisegnare l’assetto dell’azienda a modernizzare i modelli produttivi, l’organizzazione del lavoro, i riconoscimenti professionali e le attività svolte dai lavoratori.
Purtroppo, rispetto a quanto stabilito nell’accordo quadro del 5 febbraio 2015, si registra la mancata definizione dei capitoli sugli incarichi professionali e della premialità legata alla produttività, oltre a dover ravvisare una difficile applicazione su una serie di materie normate nei due accordi.
Dopo l’accordo del 15-16 dicembre 2015, l’azienda ha avviato un processo unilaterale di incentivazione all’esodo, con il quale ha prodotto, nel corso di pochi mesi, 35 uscite che arriveranno a conclusione entro fine 2016. Inoltre, per quanto riferito da Rai Way, per
l’anno 2017 vi sono ulteriori 25/30 richieste di lavoratori che vorrebbero essere incentivati all'uscita; a tutto ciò, si sommano altre uscite per mobilità intersocietaria.
Per la disposizione del personale sul territorio e l’anzianità maturata, queste uscite stanno incidendo essenzialmente sulla U.O. Gestione Territoriale, quindi sui tecnici che si occupano della manutenzione e controllo degli impianti, con un effetto pesantissimo sui carichi di lavoro e sullo svolgimento delle attività della società.
Da qui nascono gli elementi di tensione che ci portano ad avviare le procedure di sciopero che accompagneranno il comunicato; sono infatti settimane che si sta discutendo degli effetti della riorganizzazione legata alle uscite di personale, senza trovare soluzioni condivise.
I punti nodali sono:
• Il giusto dimensionamento dell'organico, con particolare attenzione alla gestione territoriale;
• Gli avanzamenti di carriera legati alle uscite dei livelli apicali.

Vogliamo chiarirlo: questioni che si sommano, che debbono avere soluzioni specifiche e che non possono essere compensative l'una dell'altra!
Già le uscite prodotte dall'accordo sindacale del 4 luglio 2013 avevano ridotto il personale sul territorio: oggi, con queste ulteriori uscite volontarie, si raggiunge un livello di spresidio preoccupante, sia per i carichi di lavoro, sia per la possibilità che il lavoro, realizzato sino ad oggi internamente, sia dato in appalto.
Anche tenendo conto di un ulteriore efficientamento delle attività, tenendo anche conto di quanto predisposto con la definizione del tecnico multiskill, non è ipotizzabile un reintegro che preveda meno di 18/20 risorse (solo per le uscite definite nel 2016), da distribuire oculatamente dopo una disamina dei carichi di lavoro, di quanto predisposto dai documenti di valutazione rischi e dalla conformazione dei singoli territori, elemento che potrà essere definito solo successivamente ad un primo corposo inserimento di nuovo personale e di una analisi condivisa.
Poco c'è da dire sui passaggi di livello, sarà necessario che ad una uscita di livello apicale questo sia sostituito nell'arco di qualche settimana per rendere la struttura operativa funzionante.
Inutile dire l'importanza dei tempi sia per i reintegri di personale sia per i passaggi, e la necessità che in un testo di accordo tempi e quantità siano chiari.
L'estrema rigidità espressa dall'azienda, un recupero di risorse per circa il 40% delle uscite del biennio 2016/17, fa pensare che l'idea che si ha del futuro di Rai Way, possa essere legata più ai conti economici che non all'attività di servizio pubblico che la società svolge per il suo principale cliente, la Rai.
Rammentiamo che, anche quest'anno, si è provveduto a fronte di una notevole riduzione del costo del lavoro, a distribuire i dividendi agli azionisti, operazione lecita ma che nel quadro generale rischia di avere un respiro breve.
Non ci sfugge l'andamento delle borse, non solo legata negli ultimi giorni alla Brexit, e nello specifico al calo pesante del titolo di Rai Way, né ci sfugge la staticità della società rispetto all'acquisizione di nuovi clienti o alla costruzione di partnership nel settore, mentre tutti gli altri si stanno muovendo con grande velocità e determinazione.
Ricordiamo che noi siamo perché il controllo dell'azienda rimanga saldamento pubblico e per fare questo è necessario che l'attività preminente di Rai Way sia quella del esercizio completo della rete di trasmissione e diffusione, senza riduzioni del perimetro produttivo e di attività, senza arretramenti o spostamento di attività verso l'esterno e per questo siamo disposti a lottare.
Speriamo che nell'ambito delle procedure avviate e con quanto chiarito nel comunicato a Rai Way, l'azienda rifletta sulla propria impostazione.

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