“Apprendiamo dalle agenzie di stampa quanto Sky dichiara sulla nostra organizzazione, tacciandola di strumentalità e di posizionamento ideologico. Non comprendiamo cosa ci sia di innovativo nel voler aumentare i profitti attraverso la riduzione di personale ed il trasferimento forzoso, da Roma e Cagliari verso Milano, di centinaia di lavoratrici e lavoratori.” Così una nota della segreteria nazionale di Slc Cgil.
“Sky confonde, infatti, la presunta innovazione con pratiche di massimizzazione del profitto a dan-no dell'occupazione, queste si vecchie ed inaccettabili.”
“Slc Cgil non ha, in alcun modo – sottolinea il comunicato - affermato di voler abbandonare il tavolo di confronto, né di non voler proseguire la trattativa insieme alle altre Organizzazioni Sindacali presenti in azienda, svolgendo in ogni contesto il proprio compito contrattuale. Anzi, nell'incontro tenutosi a febbraio, l'azienda ha definito il piano riorganizzativo "immodificabile" e non ha fornito margine alcuno ad una discussione che preveda l'illustrazione di un piano industriale di sviluppo che riguardi tutti i siti italiani. Ricordiamo all'azienda che Slc Cgil ha sempre svolto il suo compito contrattuale in azienda.
“La Cgil era in Sky assieme alla categoria, presente il segretario generale Massimo Cestaro e la segretaria Cinzia Maiolini, per avviare la campagna per i referendum, così come in tutte le città d'I-talia, incontrando i lavoratori e non certo per acquisire elementi della vertenza Sky che sono di precisa competenza di Slc Cgil.”
“La lettura degli eventi e lo stesso comunicato stampa – prosegue la nota di Slc Cgil - sono l'ennesimo atto di arroganza di un'a-zienda che, da sempre, evita un confronto paritario con lavoratori e sindacato. In questa occasione, addirittura, provando a riversare la propria responsabilità, quella di aver proceduto ad una dichiarazione di esuberi e trasferimenti in una condizione di attivo dei propri bilanci, sul sindacato.”
Legittimo e per nulla strumentale ed ideologico che una organizzazione sindacale confederale chieda un confronto con la presidenza del Consiglio anche in merito alla sorte delle attività produt-tive e dell'informazione nella capitale, cui verrebbero sottratti un importante polo di produzione e numerose professionalità.”
“Forse sarebbe opportuno che, invece di consegnare urbi et orbi materiale informativo su un piano riorganizzativo unilaterale, l'azienda, magari nella persona del suo Amministratore Delegato, illustrasse alle parti sociali un piano industriale che dia certezza di sviluppo degli attuali siti produttivi – chiede la segreteria del sindacato di categoria.
“E’ pertanto lecito, per parte nostra, chiedere alle istituzioni cosa pensano di una multinazionale con ricavi in notevole progressione che sguarnisce la capitale di un importante polo di produzione, dichiara esuberi e dispone il trasferimento di quasi 300 famiglie.”
“Se l'innovazione consta in pratiche di contrattazione individuale che si traducono in un "prendere o lasciare" siamo lieti di definirci conservatori – conclude la nota.