“La legge di stabilità, per quanto riguarda il servizio pubblico radiotelevisivo e multimediale, identifica le minori entrate da canone rispetto al 2016 (in forza della riduzione della tassa per i privati e della diversa distribuzione delle risorse definite “extragettito),con un ulteriore abbassamento di 100 milioni di euro per il 2018 (1.700 milioni di €) rispetto a quanto previsto per il 2017.
Per questo motivo nella stessa Legge di Stabilità, per gli anni 2018 e 2019 si prevede una compensazione per 100 milioni di €, senza purtroppo chiarire che tale quantità è determinata dal riversamento alla Rai dell’intero “extragettito”. Extragettito che ricordiamo per il 50% del suo valore è designato alla fiscalità generale e alle emittenti e radio locali.” Lo sottolinea un documento prodotto dalla segreteria nazionale Slc Cgil, in cui è studiata l’intera impalcatura del gettito del canone Rai.
“Bisogna garantire la sostenibilità economica e la programmabilità per almeno tre anni dell’attività di servizio pubblico radiotelevisiva e multimediale – afferma Slc Cgil, confermando che l’indirizzo del Governo va in questa direzione, “ma rimane inevasa la modifica della regola rispetto all’utilizzo del Canone e all’autonomia del Servizio Pubblico, infatti cifre alla mano, si rischia che il valore del Canone non sia sufficiente a coprire le attività previste dal Contratto di Servizio, attualmente in discussione in Commissione.”
“Altro nodo delicato e non sciolto è quello del Cda: quale CdA gestirà il passaggio del nuovo contratto di servizio e svilupperà il Piano Industriale? Durata e scadenza degli incarichi e delle concessioni non coincidono.”
“Pertanto – conclude Slc – a fronte del Rinnovo del CCL Rai, Contratto di Servizio e Piano Industriale, che ridisegneranno complessivamente la Rai Sevizio Pubblico, riteniamo che al sindacato ed ai lavoratori, come si è provato a fare in questi anni, spetti il dovere di lavorare per indirizzare nel miglior modo possibili tali processi in una interlocuzione con politica ed istituzioni.”