Nell’incontro del 7 dicembre, svoltosi presso Unindustria-Confindustria, tra le OO.SS. Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil, Ugl Informazione, Snater e Libersind-ConfSal unitamente alla Delegazione Contrattuale e la Direzione del Personale della Rai, si è proceduto nella discussione Contrattuale con ulteriori avanzamenti su diverse materie.
Si è proceduto con ulteriori aggiustamenti sulle seguenti materie:
• regolamentazione dello sciopero,
• diritto di assemblea,
• Mappatura delle professioni e costituzione del registro delle professioni,
• Job Posting,
• Appalti e clausole sociali: la Rai sta facendo una valutazione tecnica sulla richiesta sindacale di agire sull’albo fornitori al fine di introdurre, come richiesto da parte sindacale, l’obbligo di utilizzo del CCNL del settore merceologico di riferimento sottoscritto dalle organizzazioni maggiormente rappresentative (questione che supererebbe l’enorme dumping fatto con l’utilizzo dei più disparati contratti di lavoro da parte delle aziende titolari di appalti di produzione),
• Assicurazione stipulata da Rai e applicazione dell’articolo 58, punto 6 dell’attuale CCL per quanto già previsto per i quadri per rec/rup dec (questione sulla quale la Rai sta facendo un approfondimento tecnico),
• Permessi - frazionabilità,
• Aspettativa - regolamentazione,
• La Rai sta approfondendo anche le modalità di introduzione di una regolamentazione del subentro “vedove/orfani”,
• Giornate semilavorative cadenti di domenica - giornate festive cadenti di sabato,
• Diritto allo studio,
• Una rimodulazione delle contestazioni disciplinari per regolamentare proporzionalità e progressività della sanzione dopo le modifiche del Jobs Act per neo assunti,
• Welfare - introduzione di un nuovo strumento a superamento dell’Arcal che veda sempre il controllo delle OO.SS.,
• La costituzione del Fondo di Solidarietà Bilaterale per gli ammortizzatori sociali.
Non si è ancora sciolto il nodo della tutela dell’art. 18 per gli assunti successivamente al 7 marzo 2015 (facenti parte dell’accordo dei bacini) e per gli apprendisti, questione che sembra si definirà in chiusura di Contratto.
Rimasta in sospeso anche la questione lavoratori “Atipici”.
La Rai non ha dato disponibilità a regolare tale materia nel Contratto; l’opzione proposta sarebbe dunque quella di definire congiuntamente un accordo specifico, nel quale la parte sindacale sta chiedendo l’inserimento di due questioni:
1) Un processo di decalage ed, a tendere, il raggiungimento di una quota percentuale massima, concordata, di utilizzo di tale tipologia contrattuale.
2) Un processo di stabilizzazione e trasformazione in contratti subordinati per i lavoratori che sono stati stabilmente utilizzati in Rai.
Abbiamo chiarito all’azienda che la definizione del registro delle professioni (con una chiara indicazione delle alte professionalità) e la riduzione dell’utilizzo dei consulenti esterni (decalage) sono strumenti fondamentali per procedere al ridisegno ed alla ridefinizione dell’area editoriale.
Stessa questione è lo scambio flessibilità rientro degli appalti per la produzione.
L’azienda sulle figure professionali sta chiedendo maggiore flessibilità generica e ha espresso una difficoltà a ricostruire i modelli produttivi.
Parte sindacale invece ritiene che la flessibilità, come una serie di accorpamenti di figure professionali, l’introduzione di nuove figure legate al web e alle nuove tecnologie, la revisione dei sistemi classificatori e dei modelli produttivi siano un tutt’uno.
Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil sono state chiare sulla non rinviabilità di una revisione complessiva che consenta:
1) il rientro di attività pregiate in area editoriale attraverso la specializzazione delle figure (produttore esecutivo, regista, autore, curatore),
2) Processi trasparenti nello sviluppo professionale (mappatura, registro delle professioni e job Posting),
3) Il riconoscimento professionale per le attività realmente svolte, per le mansioni multiskill, per l’utilizzo di nuove tecnologie.
Questo lo si può fare solo completando un processo di riordino in cui si:
1. Ridisegni la classificazione unica delle figure, introducendo le nuove e indicando gli inquadramenti di tutte le figure a secondo della complessità della loro attività.
2. Riportando nel nuovo testo contrattuale la declaratoria di tutte le figure così ricostruendo un testo unico senza rimandi e senza ambiguità proprie dei testi del 2000 e del 2004.
3. Prevedendo un periodo transitorio in cui, ricostruito il sistema classificatorio, si procederebbe ad armonizzare i trattamenti dei dipendenti oggi presenti in Rai.
È infatti evidente a seguito della discussione intercorsa con la Delegazione Contrattuale e con la controparte che il cambiamento del modello classificatorio porterà ad una normalizzazione per i nuovi assunti (una nuova classificazione che, a tendere, comporterà minori costi in capo all’azienda), mentre per i lavoratori oggi in forza si dovranno necessariamente prevedere dei costi di armonizzazione anche rilevanti: questi costi si potranno sostenere prevedendone un periodo di ammortamento più lungo, rispetto alla chiusura del CCL.
Questo operazione, che è il vero costo sulle figure professionali, dovrebbe consentire il superamento dello scoglio che riguarda la sovrapposizione di apicalità definite, nell’attuale regolamentazione, sulla mansione e non su una classificazione unica che vedrebbe l’apicalità al solo 1° livello.
In più c’è una disponibilità dell’azienda ad impegnare le somme necessarie per allargare l’iter del diplomato a tutti gli impiegati, sapendo però che al contempo si introdurrebbe il livello due, ma il raggiungimento per comporto automatico al livello 3, fatto che sanerebbe una ferita enorme di quell’area professionale, una professionalità, quella dell’impiegato, molto spesso penalizzata, specialmente negli ultimi rinnovi del CCL Rai.
Ci sono poi altri temi ancora non analizzati fino in fondo che hanno però un gran valore:
-L’introduzione del quadro B su alcune figure,
-Il riconoscimento dell’Iter del laureato per i c.d. criptolaureati che hanno utilizzato a fini professionali il loro titolo di studio.
-Il riordino dell’area funzionariale.
Non possiamo poi dimenticare l’esigenza che sia riconosciuta ai lavoratori delle sedi regionali, da un punto di vista inquadramentale, la mole di lavoro che stanno facendo, in virtù della evidente riduzione del numero degli addetti e delle specifiche figure professionali, con carichi di lavoro e flessibilità notevoli, e scarsezza di mezzi e persone per poter affrontare le attività dele Sedi Regionali.
Va poi affrontato un ragionamento compiuto sulle figure operaie.
L’azienda, in tale ambito, ci chiede alcuni accorpamenti: di contro noi abbiamo chiesto chiarezza nei processi e chiarezza sul mantenimento di quelle preziose attività artigianali dentro il perimetro del contratto.
Per come si è evoluto il lavoro in Rai, in parte per il cambiamento tecnologico e dei processi produttivi, in parte per la mancanza d’organico, non possiamo non affrontare seriamente la discussione; questo per poter rispondere alle richieste datoriali con un progetto chiaro che, riconoscendo la professionalità delle persone impiegate, necessarie per il lavoro dell’azienda, scongiurino il rischio di ulteriori esternalizzazioni di attività.
Il progetto ispiratore di tutti i ragionamenti attinenti il riordino e la novazione delle figure professionali è che vogliamo che la Rai, con i suoi lavoratori tutti, domani abbia la possibilità di competere sul mercato continuando a svolgere egregiamente il suo ruolo di concessionario esclusivo del Servizio Pubblico.
L’alternativa che noi vediamo, in caso di fallimento di questo processo difficilmente riproponibile (ci si prova da 20 anni), è lasciare alla Rai la potestà di stabilire, a seconda delle condizioni e sulla base dei desiderata dei singoli capi, chi fa cosa e come si lavora. Lasciare che la Rai decida di far morire alcune attività (come ha dichiarato) e non solo operaie, con la motivazione che, in assenza di un processo di semplificazione e accorpamento, non sia più conveniente svolgerle all’interno, va di pari passo con il rischio di essere totalmente balcanizzati da chi decide che il lavoro pregiato in area editoriale può essere fatto solo dai consulenti esterni.
Non si sono ancora affrontate nello specifico le complessive revisioni delle singole figure, ma il testo aziendale consegnatoci ieri, anche per ciò che abbiamo scritto in questo comunicato, è in alcune sue parti per noi già superato.
Quanto affermiamo impegna tutti a proseguire nei prossimi giorni un lavoro complesso a salvaguardia del lavoro e forse, vista la complessità delle materie da sciogliere, a prevedere per l’auspicabile chiusura del CCL una data successiva al 31 dicembre 2017.
Bisogna fare presto, ma pensiamo soprattutto bene, per evitare di riprodurre errori già fatti o lasciare che le cose si realizzino senza il nostro contributo e la nostra vigilanza.
Per evitare dietrologie va chiarito che, a seguito della consegna dei testi, mentre si svolgeva la discussione in plenaria della Delegazione Contrattuale Unitaria, una parte delle Delegazione e tre delle organizzazioni firmatarie, hanno lasciato il tavolo di discussione unitaria.
Non vogliamo dare giudizi di merito: legittimo ritirarsi a discutere i testi solo con i propri delegati, ma questo ha impedito la PRIMA discussione di merito sui testi in maniera unitaria, elemento che, inevitabilmente, non aiuta la tempistica della discussione e la sintesi sui punti di richiesta da proporre alla Rai.
Speriamo che il chiarimento interno a quelle organizzazioni aiuti il processo democratico per i prossimi confronti: quello che è certo è che la ripresa della discussione e la sintesi dovranno coinvolgere l’intera Delegazione Contrattuale e non le sole Segreterie nazionali, perché la sintesi è frutto necessario dell’equilibrio sindacale della Delegazione e non di quello delle sole Segreterie nazionali.
Le segreterie Nazionali Slc Cgil Fistel Cisl Uilcom Uil
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