Dobbiamo essere chiari sino in fondo sulla situazione, per scelte gestionali precise in Rai ci sono due tipi di lavoratori, quelli alla destra del padre e quelli alla sinistra del padre.
In questo nulla c’entra la scelta dei lavoratori, la loro condizione è determinata dal contratto di appartenenza non dall’essere buoni o cattivi.
Col rinnovo del contratto abbiamo innescato un processo virtuoso e solidaristico, di questo siamo ancora convinti, ma oggi risulta evidente che questa solidarietà si è fermata nell’ambito del contratto operai, impiegati e quadri, perché se poi si guardano gli ultimi accadimenti:
• il pagamento del premio di risultato,
• le tutele per i lavoratori a termine ed in apprendistato contrattualizzati prima del 7 marzo 2015,
• il reintegro di organico, la carenza di risorse economiche ed il problema politico, superare la sperequazione delle tutele previste prima del 7 marzo 2015, tra giornalisti e operai, impiegati e quadri.
Questa condizione l’abbiamo denunciata con nettezza ed anche a forti tinte al Direttore Generale.
Non abbiamo chiesto nulla di straordinario, semplicemente avere un trattamento uguale a quello destinato ai giornalisti dal punto di vista sia economico che delle tutele.
Vogliamo essere precisi, durante il confronto contrattuale più volte si è discussa della deroga delle tutele previste prima dell’entrata in vigore del Dlgs 81 del 2015, per i lavoratori presenti nei bacini di reperimento e per gli apprendisti, l’azienda si è sempre trincerata dietro l’impossibilità di poterle concedere strano che pochi giorni dopo il problema politico è stato superato e si è potuto derogare per i precari-giornalisti.
Sul Premio di Risultato, mettendo da parte il fatto che non è stato raggiunto (comunicazione aziendale) per il 2% del valore del MOL, c’è da rammentare e sottolineare che nel confronto contrattuale la proposta di modifica del PdR da parte di Rai è stato talmente rigida che, se si fosse firmato, i dipendenti della Rai non lo avrebbero mai più preso, mentre parte sindacale aveva proposto una modulazione che tenesse conto di uno scaglionamento del risultato raggiungibile, della normativa per accedere alla tassazione separata e dell’accesso volontaristico al welfare.
Questo lo diamo con cognizione di causa, visto che in Rai Pubblicità l’accordo sul PdR è stato sottoscritto e nonostante l’andamento economico non buono quest’anno ha pagato comunque il 50%, la parte relativa al risultato di produttività.
Siamo stanchi di questo esercizio del potere, vogliamo che queste due vertenze siano risolte positivamente assieme, perché si parla di due questioni strettamente collegate: PdR e il tema delle tutele, questioni che rispondono immediatamente alle “nuove generazioni”, i neo assunti e quelli coi salari più bassi, se questo non avverrà inizierà la mobilitazione perché comunque, prima di essere una questione economica, è una questione di dignità.
Le segreterie nazionali Slc Cgil Fistel Cisl Uilcom Uil Ugl Informazione Libersind-ConfSal