Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil, Ugl Telecomunicazioni e Snater hanno sottoscritto nella mattinata con la Rai, una ipotesi d'accordo che prevede l'uscita di circa 100 dipendenti con i requisiti per la pensione a fronte dell’assunzione di 150 giovani con il contratto di apprendistato; la stabilizzazione, nel corso dei prossimi nove mesi, di circa 700 lavoratori a termine; l'inizio di un percorso di regolarizzazione per lavoratori utilizzati con contratti "atipici", con la previsione, nel corso del 2014 e 2015, di una stabilizzazione a tempo indeterminato per 50 di essi.
“Punti qualificanti dell’accordo – prosegue la nota - oltre al ricambio generazionale, la regolazione di un mercato del lavoro che in Rai, negli scorsi anni, ha vissuto condizione di deregolazione esponenziale con il conseguente dilagare di sprechi connessi ad una diffusa precarietà contrattuale e salariale. L'intesa, che prevede questo avvicendamento generazionale, nasce in un quadro di riduzione di costi ma anche di investimenti tecnologici ed in formazione professionale. Solo l'attuazione di tale accordo potrà misurare la reale volontà del vertice aziendale, Direttore Generale in primis, di rilanciare l'azienda di servizio pubblico, nonostante la crisi profonda del settore.”
“Il sindacato, coerentemente così come ha contrastato in passato politiche di riduzione della capacità produttiva e ideativa, la volontà di cedere asset strategici (quali la rete), oggi è disponibile ad accompagnare politiche di rilancio anche al prezzo di qualche sacrificio – concludono i sindacati.
L’ intesa, se unita agli accordi stipulati in precedenza per l'efficientamento, la riduzione degli appalti e dei costi esterni con la volontà di realizzare la piena utilizzazione delle professionalità interne, può realmente consentire alla "industria culturale ed informativa Rai" di sanare i suoi conti e di tornare ad essere punto di riferimento nella produzione di qualità.”