COMUNICATO SINDACALE
Il giorno 10 Marzo 2021, in modalità da remoto, si è tenuto un incontro sindacale fra le Segreterie Nazionali SLC-CGIL, FISTEL-CISL, UILCOM-UIL, guidate dai rispettivi Segretari Generali, affiancati dalle Segreterie Territoriali e dalle RSU, e i Vertici Aziendali del Gruppo Mediaset.
Di seguito gli argomenti trattati.
1. Situazione aziendale.
In apertura, l’Azienda ha sottolineato il difficile quadro determinatosi a seguito della crisi pandemica. Tutte le criticità che si sono susseguite da Marzo 2020 a causa dei vari lockdown, hanno naturalmente avuto forti ripercussioni sia sugli assetti produttivi e organizzativi dell’Azienda, che sugli andamenti del business aziendale. Nonostante questo, e anche grazie allo spirito di forte collaborazione instaurato con le OO.SS., Mediaset è riuscita a far fronte efficacemente a tutte le sfide che si sono presentate in questo anno particolarmente difficile. In particolare, sia in termini di sicurezza per le lavoratrici e i lavoratori in presenza (con i DPI e con screening medici adeguati), sia attraverso la remotizzazione di buona parte delle attività (con l‘applicazione dello smartworking emergenziale per centinaia di lavoratrici e lavoratori), si è riusciti a far fronte alle emergenze senza bloccare l’attività produttiva. Un risultato per nulla scontato, viste le emergenze diffuse, e che non ha comportato le ricadute temute in termini di produzioni e ricavi del business. La buona notizia infatti è che, nonostante le preoccupazioni e difficoltà, Mediaset ha chiuso l’anno con un’ottima percentuale di ascolti, e con ricavi in linea con le aspettative.
A questo proposito le OO.SS. hanno riconosciuto gli sforzi fatti dall’Azienda e il clima di fattiva collaborazione che si è instaurato in questi mesi, ricordando in particolare lo sforzo fatto dagli RSU/RLS per favorire quelle soluzioni che hanno permesso di contemperare la salute e sicurezza delle lavoratrici e dei lavoratori, con l’esigenza di continuare a produrre. Tutti i provvedimenti presi nei Comitati Territoriali sulla Sicurezza, introdotti anche in Mediaset dopo la firma dei Protocolli Interconfederali per l’Emergenza Covid sono andati in questa direzione, e hanno dimostrato nei fatti la loro efficacia. La stessa firma degli accordi per la concessione della FIS, che ha visto Mediaset ricorrere per la prima volta nella sua storia agli ammortizzatori sociali, è stata fatta con l’accortezza di riconoscere l’anticipo a carico Azienda delle competenze INPS, nonché l’integrazione delle stesse al 100% e sempre a carico Azienda, cosa che ha permesso alle lavoratrici e ai lavoratori di non perdere nulla in termini di salario e diritti.
Anche qui un risultato favorito dal clima di collaborazione fra le parti, che rappresenta un elemento di forza per l’intero sistema. Nonostante questo, sono emersi altresì momenti non condivisi come la vendita di asset aziendali, vedi Mediashopping, ed emergono ancora delle criticità che devono essere affrontate.
Lo smartworking, per esempio, sebbene sia stato in questi mesi uno strumento indispensabile per salvare parte dei processi produttivi con le persone messe a casa dalla pandemia, necessita però di una manutenzione che porti a un accordo condiviso. Le OO.SS. vogliono arrivare a un accordo che rafforzi le tutele normative ed economiche per le lavoratrici e i lavoratori in smartworking, riconoscendo quindi gli istituti contrattuali compatibili con il lavoro agile. A fronte della confermata disponibilità del Gruppo Mediaset ad aprire un tavolo di confronto sul tema, le OO.SS. faranno arrivare a breve un ulteriore sollecito. Allo stesso modo è opportuno dare seguito agli appuntamenti già calendarizzati come Fonti istitutive sul Fondo Mediafond.
2. Progetto MFE.
L’Azienda ha riaffermato la propria convinzione che, in un panorama complesso come quello che caratterizza il sistema radiotelevisivo attuale, l’internazionalizzazione del Business sia una scelta irreversibile e senza alternative. Il progressivo rallentamento dei margini nei mercati nazionali, la inarrestabile ascesa dello streaming che sta erodendo fette sempre più consistenti di pubblico alla tv generalista e tradizionale, impongono infatti scelte coraggiose. In questo contesto che vede la produzione di contenuti di qualità come il discrimine fra una televisione di successo e una destinata a un lento declino, la scelta dell’internazionalizzazione potrebbe rappresentare un modo efficace per reggere la concorrenza di OTT del calibro di Netflix, Amazon, Disney ecc. Arrivando infatti a economie di scala sui costi di produzione, proprio in ragione della dimensione europea del progetto, e liberando così risorse per la ricerca e per le direzioni creative dei prodotti, si può arrivare a programmi in grado di venire incontro alle aspettative del pubblico, in particolare quello giovane e più appetibile in un’ottica di investimenti pubblicitari.
Per queste ragioni Mediaset ha lanciato il progetto MFE ed è diventata l’azionista di riferimento della Tv tedesca Prosiebensat, appunto con l’obiettivo di creare un polo europeo della Tv commerciale e generalista, in grado di rispondere a tutti i requisiti sopra elencati. Naturalmente la presenza di un socio come Vivendi che ha fortemente ostacolato il progetto dentro e fuori l’Azienda, portando Mediaset nei tribunali di mezza Europa, ne ha fortemente rallentato l’attuazione. A questo proposito, i Vertici aziendali hanno confermato lo stallo del percorso di riavvicinamento fra Mediaset e Vivendi che era stato timidamente ripreso nel settembre 2020, e hanno riaffermato l’attesa per la sentenza del Tribunale di Milano prevista a breve, relativa alla richiesta di risarcimento danni per il mancato acquisto di Mediaset Premium da parte del socio francese. In questo senso, i Vertici aziendali hanno invitato le OO.SS. sulla necessità di un agire comune a difesa del progetto e della italianità di Mediaset.
Le OO.SS., nel ribadire la loro attenzione a tutto quello che avviene nel panorama di settore e in Azienda, hanno sottolineato alcune criticità evidenti. E’ evidente infatti che il calo tendenziale del saggio di profitto nel settore del broadcasting, determinato dal combinato disposto delle nuove tecnologie e dei nuovi attori in campo, comporti scelte coraggiose. E’ altrettanto vero però che, un progetto avversato fuori e dentro l’Azienda come quello MFE, necessiti di un qualcosa di più di una semplice manutenzione, anche in considerazione di quelli che potrebbero essere gli ulteriori sviluppi determinati da nuove disposizioni legislative.
Come OO.SS. riteniamo opportuno aprire nel Paese un ragionamento su quanto sta avvenendo in Mediaset.
Qui non è minimamente in discussione il libero mercato e la possibilità che soggetti stranieri possano essere interessati a realtà industriali italiane. Quello che davvero lascia ormai sempre più esterrefatti è che, nel caso in questione, l’interessamento sembri più orientato a paralizzare l’attività di Mediaset che ad altro. Forse è opportuno che, trattandosi di un’Azienda che riveste un ruolo molto delicato nel comparto strategico della comunicazione e, evidentemente, delle telecomunicazioni più in generale, questo tema abbia una maggiore attenzione anche da parte delle istituzioni. Alcuni comparti rivestiranno sempre di più un ruolo decisivo nel processo di digitalizzazione del Paese, ed è importante difendere gli interessi nazionali non tanto evocandone una generica italianità ma provando ad evitare che alcune operazioni finiscano per avere come unico esito ad oggi evidente quello di paralizzare un Azienda, mettendone a rischio l’esistenza stessa.
La preoccupazione delle OO.SS. è legata infatti alla tenuta dei perimetri aziendali e occupazionali, che dovranno essere attentamente monitorati, anche alla luce degli sviluppi delle varie crisi pandemiche e delle nuove tecnologie I.P. che si stanno introducendo in Mediaset.
Riteniamo importante investire in nuova tecnologia, rafforzando comunque il processo di reinternalizzazione di attività tecniche e di produzione. Per queste ragioni richiamiamo l’Azienda a un maggiore controllo sulla gestione degli appalti, onde evitare fenomeni di dumping contrattuale.
E’ soltanto attraverso il monitoraggio dei fabbisogni formativi, all’eventuale riqualificazione del personale e attraverso una contrattazione di anticipo, che si potranno accompagnare tutti questi fenomeni in modo indolore. Su questo SLC-CGIL, FISTEL-CISL, UILCOM-UIL non faranno mancare il loro fattivo contributo.
Roma 16/03/2021
Segreterie Nazionali
SLC-CGIL, FISTEL-CISL e UILCOM-UIL