Gantry 5

top 1

Gantry 5

top 2

tlc

Preoccupazione di Slc Cgil per il futuro del servizio pubblico

 “Il contratto di servizio RAI-Stato 2013-2015, attualmente all’esame della Commissione parlamentare per l’indirizzo e la vigilanza, presenta una sconvolgente novità introdotta dal Ministero dello Sviluppo economico: la riconoscibilità, all’art. 1 lettera e), dei programmi finanziati col canone, che nel successivo art. 18 si identificano con quelli «rientranti nell’ambito dell’attività di servizio pubblico» (da identificare con un bollino di diverso colore). Ebbene, come risulta dall’articolo 6, l’intrattenimento non fa più parte dei programmi del servizio pubblico radiotelevisivo!”

Così esordisce il costituzionalista Alessandro Pace in un articolo recentemente apparso sulla stampa nazionale, spiegando i motivi per i quali le “novità” introdotte nel nuovo contratto di servizio mostrano una malcelata volontà di procedere in direzione di una “ “privatizzazione” pro parte di un bene comune di tutto il popolo italiano, che fino a pochi anni fa era unanimemente identificato come la nostra maggiore istituzione culturale (di cui programmi di intrattenimento come “Quelli della notte” e “Indietro tutta!” avevano tutti i titoli per farne parte).”

Senza pretendere di chiarire con maggior efficacia quanto sostenuto dal Prof. Pace, ci preme sottolineare quanto insidioso si presenti il cammino tracciato dal nuovo contratto di servizio alla vigilia della scadenza della concessione pubblica radiotelevisiva.

Per prima cosa bisogna allora sottolineare che questa separazione costituisce la precondizione per considerare l’intrattenimento fuori dal perimetro del servizio pubblico, tradendo di fatto la mission che quest’ultimo dovrebbe invece avere attraverso la presentazione di quello che fino a poco tempo fa doveva essere un «insieme equilibrato di intrattenimento, cultura, divertimento e informazione» (Risoluzione del Parlamento europeo, 1996).

Proprio l’”intrattenimento” infatti è scomparso dal contratto di servizio, creando una ambiguità di fondo che fa supporre che questo, non rappresentando più uno dei pilastri portanti del servizio pubblico, possa un domani essere messo sul mercato, magari in nome della libera concorrenza per un bene non più pubblico?

Questa impostazione, infatti, se letta insieme a quanto contenuto nell’art.23 (consultazione pubblica) in cui si parla della “data di scadenza della concessione del servizio pubblico”, e nell’art.24 (entrata in vigore e scadenza), in cui si fa riferimento alla “scadenza della concessione”, fa immaginare per la RAI un futuro “spacchettato”, in cui per servizio pubblico non si intenderà sicuramente quello che abbiamo conosciuto fino ad oggi.

Non ci sembra infatti convincente l’affermazione secondo la quale questa rivisitazione sarebbe frutto della necessità di ricercare maggiore trasparenza, anche perché la distinzione tra gli introiti pubblicitari e quelli derivanti dal canone è già presente nel bilancio dell’azienda.

 Così come crediamo che la necessaria lotta all’evasione del canone vada affrontata oltre che con politiche mirate, anche attraverso il diffondersi di una maggiore consapevolezza di quanto offra il servizio pubblico in termini di qualità. Qualità che, come riconosciuto anche dalla Commissione europea, riguarda tutta la programmazione della RAI.

 Infine, altra nota dolente riguarda il fatto che in nome di un processo di semplificazione, che porta gli articoli da 35 a 24, uno strumento molto importante è stato soppresso. All’art.2, comma b) del vecchio contratto, (quello riguardante l’oggetto del Contratto nazionale di servizio), era indicato, tra i compiti da assolvere quello di “valorizzare la rappresentazione reale e non stereotipata della molteplicità di ruoli del mondo anche nelle fasce di maggior ascolto, promuovendo – tra l’altro – seminari interni al fine di evitare una distorta rappresentazione della figura femminile, con risorse interne ed esterne, anche in base a indicazioni provenienti dalle categorie professionali interessate”. Non, dunque un’affermazione generica, ma l’indicazione chiara di quali strumenti  - tra gli altri -  utilizzare.

 Ecco, forse nell’epoca in cui gli episodi di femminicidio sono  presenti nelle cronache nazionali quasi quotidianamente, sarebbe stato più giusto optare per una “complicazione” più che per una semplificazione, articolando meglio le azioni che la concessionaria del servizio pubblico intendeva adottare, a partire dagli strumenti messi a disposizione per realizzare concretamente quanto enunciato come principi generali.

Questi sono solo alcuni degli aspetti che immaginavamo dovessero prevedere un confronto più aperto.

Registriamo invece che, nonostante questa fosse un'esigenza da più parti condivisa, si sta scegliendo ancora una volta di chiudere il confronto, come se si trattasse di questioni per "addetti ai lavori" e di ignorare le proposte di chi, come il sindacato, cerca di dar voce all'interesse generale del paese.

Quanto sopra avviene peraltro senza tenere in considerazione il fatto che qualsiasi ragionamento riguardante la ridefinizione del servizio pubblico non può essere avulso da una lettura del contesto radiotelevisivo nel suo insieme, e dunque da una riforma complessiva delle regole e delle leggi che governano questo settore.

 

0
0
0
s2sdefault

TUTTE LE NOTIZIE

Fasi Rai, rinnovato l'accordo con Unisalute per il 2024

  30 Dicembre 2023   rai tv emittenza broadcasting salute
Nella giornata di ieri, gli organismi amministrativi del Fasi Rai hanno pubblicato le nuove condizioni della polizza sanitaria per il 2024, a seguito del rinnovo dell’accordo con Unisalute, che comporterà i costi specificati nella tabella seguente: Il nuovo accordo p...

Rai: Piano industriale. Saccone, "Palese disinteresse a servizio pubblico protagonista di transizione digitale. Lo contrasteremo"

  22 Dicembre 2023   Comunicati stampa rai tv emittenza
(U.S. Slc-Cgil) -Roma, 22 dic- “La presentazione delle linee guida del prossimo piano industriale della Rai ci lascia la percezione del generale disinteresse della politica ad avere un servizio pubblico radiotelevisivo protagonista della transizione digitale del Paes...

Customer Care Mercato tutelato, sciopero riuscito

  21 Dicembre 2023   call center tlc
Adesioni altissime allo sciopero odierno e manifestazioni partecipate. Il MASE riceve una delegazione in presidio sotto il ministero e annuncia una convocazione per il prossimo 3 gennaio alla presenza del ministro. Con picchi del 100%, ed un’adesione media ben oltre...

Tim: con stop a contratto Abramo, 500 posti a rischio. Proclamato lo stato di agitazione

  19 Dicembre 2023   Comunicati stampa call center tlc
(U.S. Slc Cgil) – Roma, 19 dic – 493 addetti in cassa a zero ore dal 1’ gennaio dopo la cessazione del contratto commerciale tra Tim e Abramo Customer Care per l’assistenza clienti (119, 187, digital care). È quanto fanno sapere Slc, Fistel e Uilcom in una nota congi...

Energia: sciopero e presidi domani al Mase. Slc, Fistel, Uilcom: “Rischio perdita lavoro per 1500”

  19 Dicembre 2023   Comunicati stampa call center tlc
(U.S. Slc Cgil) – Roma, 19 dic – Sciopero per l’intero turno e presidi da nord a sud domani, mercoledì 20 dicembre, dei 1.500 operatori dei call center addetti al servizio clienti del mercato energetico tutelato. Una mobilitazione promossa da Slc-Cgil, Fistel-Cisl e...

Sky Italia e Sky Network Service, firmata ipotesi di accordo

  18 Dicembre 2023   sky emittenza
Il giorno 14 dicembre u.s. le OO.SS. SLC-CGIL, FISTEL-CISL, UILCOM-UIL hanno sottoscritto una ipotesi di accordo con la Direzione aziendale, che segue il percorso ormai consolidato della contrattazione di anticipo, intesa come strumento in grado di ridurre l’impatto...