Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil, Ugl Telecomunicazioni e Snater, nel corso degli ultimi anni hanno responsabilmente sottoscritto accordi per migliorare l'efficienza, ridurre gli sprechi, ripristinare selezioni e avanzamenti di carriera del personale con criteri di trasparenza e per mettere sotto controllo l'utilizzo degli appalti.
A sette mesi dalla firma dell'accordo che doveva portare ad una regolazione del mercato del lavoro, ad un cambiamento generazionale mediante l'uscita volontaria del personale più anziano e l'assunzione di giovani. Oggi, la Rai, a fronte dell'uscita di 400 lavoratori (nella maggioranza maestranze fondamentali per il processo produttivo) non ha assunto un solo giovane attraverso selezione pubblica di apprendisti. Questo, oltre a segnare un ritardo gravissimo nell'applicazione di un accordo tra le parti, sta mettendo in discussione la capacità produttiva interna, interi reparti dei centri di produzione e le sedi regionali sono ormai al collasso.
Se i TG e i programmi vanno ancora in onda è solo perché i lavoratori stanno lavorando con decine di ore di straordinario e saltando i riposi settimanali, questo per i sindacati, oltre a non rispondere alla normativa, sta mettendo a rischio( visti i compiti che le maestranze compiono) la sicurezza dei lavoratori.
Inoltre, l’uscita di specifiche professionalità sta portando molti attività ad essere assegnate all'esterno, con un forte incremento di appalti sostitutivi, nelle realtà storicamente di grande tradizione aziendale.
A preoccupare, oltretutto, il mancato confronto tra le parti proprio sul tema degli appalti. Scelta aziendale che, oltre a segnare il mancato rispetto degli accordi sottoscritti, La RAI non sia disponibile a fare chiarezza sui costi e sulle aziende che sono impegnate in tali attività per conto del servizio pubblico radio televisivo.
Nell’ultimo rinnovo contrattuale si era sancito per la mobilità interna del personale di utilizzare il job posting, processo di pubblicazione dei posti e conseguente partecipazione trasparente dei dipendenti con tali caratteristiche professionali, il tentativo era quello di superare clientele e favoritismi, pratiche insopportabili per un servizio pubblico europeo, purtroppo ancora sotto le festività natalizie in alcuni settori si è proceduto con il vecchio metodo.
Questi avvenimenti sembrano riportare la Rai all'era Masi e Lei, periodi che sembravano conclusi con l'arrivo della nuova direzione generale ed a seguito delle iniziative di lotta dei lavoratori stufi della condizione in cui la politica ed i gruppi di potere stavano costringendo la Rai.
Se il periodo di cambiamento è terminato Slc, Fistel, Uilcom, Ugl Tlc e Snater non intendono subire il ritorno a tali pratiche. Si verificherà nei prossimi giorni se la direzione generale intende recuperare rapporti positivi con le parti sociali, in caso diverso si riprenderà una forte iniziativa sindacale anche rivolta alle istituzioni per segnalare tutti gli elementi distorsivi presenti in azienda. Il sindacato non intende avallare processi di riduzione della capacita produttiva della Rai, e rinunciare alle professionalità che hanno fatto grande il servizio pubblico sia che questo si realizzi con esternalizzazioni evidenti o attraverso processi striscianti.