Si sono tenute ieri, in tutta Italia, le assemblee delle lavoratrici e dei lavoratori Rai indette dalle segreterie nazionali di SLC CGIL - FISTEL CISL – UILCOM – UGL - SNATER - LIBERSIND e dal sindacato dei giornalisti USIGRAI. L’adesione è stata massiccia ovunque, manifestando all’unanimità ferma contrarietà nei confronti dei provvedimenti adottati dal Governo Renzi con il D.L. 66/2014, che mettono in discussione l’esistenza stessa del Servizio Pubblico Radiotelevisivo e la tenuta occupazionale.
Pluralismo dell’informazione, prodotti culturali e posti di lavoro sono a rischio.
Oggi più che mai lavoratori e sindacati rimarcano il fatto che, in assenza di una discussione reale su come rilanciare e valorizzare il ruolo della RAI, quale concessionaria del servizio pubblico e più grande azienda culturale del paese, il taglio di 150 milioni di euro avrà un effetto “punitivo”, perché anziché ragionare su quali sprechi ridurre, sceglie di colpire al cuore l’azienda.
Indicare in Raiway e nelle sedi regionali i luoghi verso cui operare vendite o riduzioni significa far morire la Rai e compromettere seriamente il rinnovo della concessione per il servizio pubblico, previsto per il 2016.
Per tutte queste ragioni le assemblee hanno dato mandato alle Segreterie Nazionali di indire una giornata di sciopero con una manifestazione pubblica contro le decisioni assunte dal Governo.