Dopo la prima fase introduttiva i workshop sul lavoro atipico stanno entrando sempre più nel merito di una materia che In tutta l'UE ha modificato in modo significativo, soprattutto negli ultimi anni, il profilo della forza lavoro.
Una maggiore flessibilità, un aumento dell’intermittenza e l’accorciamento dei periodi di impegno caratterizzano sempre più le modalità di lavoro in tutti i settori. Una rilevante percentuale della forza lavoro può essere ormai catalogata come indipendente / autonoma / freelance / precaria. Tutti termini che indicano una realtà sempre più diffusa che in questo progetto abbiamo sintetizzato sotto la voce di "lavoro atipico".
La situazione dei lavoratori atipici è stato argomento di crescente attenzione soprattutto per i sindacati del settore dei media e della cultura, ragion per cui SLC ha potuto fornire un rilevante contributo al dibattito in corso sia sul tema dei servizi personalizzati, in grado di rispondere alle esigenze di questi lavoratori, sia sulle modalità di inclusione di queste figure nei meccanismi della contrattazione collettiva.
Negli ultimi dieci anni, i sindacati hanno riflettuto e lavorato su come gestire i cambiamenti nei rapporti di lavoro del mercato occupazionale ed il confronto tra le diverse esperienze maturate a livello nazionale può essere certamente utile per migliorare le strategie da adottare nei singoli Paesi ma soprattutto per predisporre quelle comuni da adottare in ambito europeo.
Il lavoro da portare avanti a livello internazionale, per questi lavoratori, parte dai principi enunciati nella Carta dei Diritti Fondamentali dell'UE del 2000, con particolare riferimento a:
Art. 12: Libertà di associazione;
Art 15: Libertà professionale e diritto di lavorare e di cercare lavoro in ogni Stato membro;
Art 21: Nessuna discriminazione di qualsiasi natura;
Art 23: Parità tra uomini e donne in tutti i settori, occupazione, lavoro e retribuzione;
Art 27: diritti di informazione e consultazione dei lavoratori e dei loro rappresentanti;
Art 28: Diritto di negoziazione collettiva e diritto di intraprendere azioni collettive;
Art 30: Protezione contro i licenziamenti ingiustificati;
Art 31: Diritto a condizioni di lavoro giuste ed eque, con orari di lavoro legali, pause e ferie.
Le Organizzazioni Sindacali Europee, con i loro legali hanno chiesto alle istituzioni europee di rispettare e promuovere i diritti sociali fondamentali garantiti dalla Carta europea, giuridicamente vincolante, soprattutto nei confronti di questi lavoratori, sottolineando, in particolar modo il diritto alla contrattazione collettiva e alla partecipazione ad iniziative sindacali.
Dal dibattito è emersa la necessità di procedere ad una più efficace attuazione della direttiva 97/81 CE sul lavoro a tempo parziale e della direttiva 1999/70 CE sul lavoro a tempo determinato. Tenendo conto, in particolare, del principio fondamentale di non discriminazione.
Un lavoro che va condotto parallelamente a quello in atto nei singoli contesti nazionali dove l’azione sindacale deve concentrarsi soprattutto su:
diritti dei lavoratori atipici nella contrattazione collettiva, cause strategiche su casi relativi a forme di rapporto di lavoro atipico, servizi mirati da offrire a questa tipologia di lavoratori, campagne mediatiche per influenzare l'opinione pubblica e tutto ciò che attiene al processo legislativo attraverso il dialogo sociale o attraverso i rapporti istituzionali.
I lavori si sono conclusi con una tavola rotonda nella quale si è affrontato il grave problema che sta interessando i lavoratori a partita iva, soprattutto nel settore della produzione culturale e nell’editoria, ai quali, in alcuni paesi del Nord Europa (Irlanda, Olanda, Inghilterra…) l’Autorità garante per la concorrenza ed il libero mercato ha negato la possibilità di avvalersi della contrattazione collettiva e di indire iniziative sindacali.
Il principio giuridico avanzato dall’Autorità è che quei singoli lavoratori sono comunque aziende! Argomento sul quale è tuttora in corso una battaglia giuridica che è giunta sino alla Corte di Giustizia Europea e sulla quale il sindacato si è dato appuntamento, nei prossimi incontri per approfondire l’argomento ed elaborare strategie congiunte di risposta.
Dublino: l'8 e 9 settembre i sindacati europei proseguono il confronto sul lavoro atipico
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