"Non possiamo condividere i pareri entusiastici del Ministro Bonisoli sul decreto Lirica e, in particolare, sulle nuove regole per assumere il personale a termine nelle Fondazioni Lirico Sinfoniche. Imporre il termine di 48 mesi ai contratti a termine, senza stanziare risorse destinate alla stabilizzazione dei rapporti di lavoro, equivale a predicare bene e, poi, razzolare male. Se a questo si aggiunge che i lavoratori a termine - in caso di violazione del limite dei 48 mesi - non potranno essere reintegrati, è evidente che, ancora una volta, la narrazione e' distante dalla realtà."Così dichiara Emanuela Bizi, segretaria nazionale Slc Cgil.
"Nelle Fondazioni liriche la precarietà e' cresciuta perché questi grandi teatri, custodi del nostro patrimonio lirico, sono in crisi da molti anni sia perché le risorse non sono sufficienti, ma anche perché abbiamo assistito a pessime gestioni in alcune di esse. Se si vuole davvero ridurre la precarietà, è necessario affrontare in modo diretto e concreto questi aspetti."
"Aver stabilito unicamente il tetto dei 48 mesi, di fatto, ha reso più deboli i lavoratori precari delle Fondazioni liriche e ridotto le loro prospettive di stabilizzazione.
È il tempo, ora, di risolvere davvero i problemi e non solo annunciare di farlo - prosegue la sindacalista.
"Molte Fondazioni lirico sinfoniche hanno debiti ingenti e bisogna decidere cosa fare per, poi, garantire certezza e adeguatezza delle risorse su base pluriennale.
E, senza ambiguità o scappatoie, bisogna intervenire per assicurare diritti a questi lavoratori ed eliminare la sacca di “precariato storico” - conclude Bizi. Contemporaneamente, è necessario vigilare davvero sulla gestione delle Fondazioni chiedendosi se, visto la crisi in cui molte di loro versano, l'attuale sistema sia quello più utile a garantire la qualità che questi teatri devono esprimere."