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Produzione culturale

L’ippica si mobilita e scende in piazza

La continua attesa delle riforme promesse, la mancata emanazione dei decreti attuativi della L. 135/2012, il costante declino della scommessa ippica nell’assoluta indifferenza degli organi competenti, la conseguente caduta degli investimenti negli allevamenti, la fuga dei proprietari di cavalli, la chiusura o il blocco dell’attività negli ippodromi (Milano, Roma, Napoli, Padova, Merano, Livorno ecc. …), stanno segnando la drammaticità di una crisi che ha messo definitivamente in ginocchio un intero settore condannando alla disperazione 50.0000 famiglie.

L’insipienza e l’approssimazione (troppo scientifica per essere vera) che caratterizzano l’approccio ai problemi dell’ippica dei Ministeri coinvolti hanno già provocato la drastica riduzione dell’occupazione e coinvolto un’altissima % di quella residua nel massiccio utilizzo degli ammortizzatori sociali in deroga.
Ma, evidentemente ritenendo questo disastro ancora non completo, le Istituzioni competenti preposte a sviluppare “azioni positive” tese a precostituire condizioni di consolidamento e di sviluppo del settore hanno pensato bene di far seguire al taglio di oltre il 40% delle risorse per il comparto, la non erogazione delle somme dovute per i premi vinti e per le spettanze degli ippodromi fin dal giugno 2012.
Come è facile immaginare questo atto sconsiderato, qualora non venisse IMMEDIATAMENTE rimosso, rappresenterebbe il colpo di grazia che manda definitivamente in blocco l’intero sistema ippico. Di ciò ne è pienamente consapevole il Ministro Catania che tuttavia non è andato oltre le promesse e gli impegni verbali di soluzione del problema, promesse e impegni ripetuti e sistematicamente smentiti nei fatti.
Purtroppo il tempo sta per scadere, se nelle prossime ore non sarà data una concreta risposta a questa EMERGENZA il processo di disgregazione dell’intero settore subirà una drastica accelerazione togliendo ai lavoratori e agli operatori tutti anche l’ultimo filo di speranza per il futuro.
Consideriamo la manifestazione prevista per il prossimo 1° febbraio, alla quale non faremo mancare la nostra presenza, un punto di partenza per dispiegare unitariamente tutte le iniziative necessarie a riaffermare il diritto del settore a pretendere un presente migliore e la possibilità per un futuro di consolidamento e di sviluppo.
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