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Produzione culturale

(U.S. Slc Cgil) Roma, 18 ott – Un contratto scaduto da vent’anni. Dipendenti con salari bassissimi, malgrado le elevate professionalità tecniche e artistiche. Lavoro precario. Norme inefficaci e incoerenti. Ecco perché il sindacato proclama lo sciopero di tutto il personale delle Fondazioni lirico-sinfoniche italiane.

A partire da sabato 21 ottobre salterà la prima di ogni produzione. La protesta, indetta da Slc-Cgil, Fistel-Cisl, Uilcom-Uil e Fials-Cisal, andrà avanti finché la trattativa per il rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro non si concluderà nel più soddisfacente dei modi.

«Ci aspettiamo – auspica Sabina Di Marco, segretaria nazionale Slc-Cgil – che il governo agisca in maniera conseguente alle reiterate dichiarazioni sul valore delle Fondazioni e sul ruolo culturale che esse svolgono nel promuovere il nostro Paese nel mondo». Valore e ruolo che, se riconosciuti, vanno tradotti in «una dotazione economica adeguata nel rinnovo di questo contratto».

«Garantire stanziamenti e risorse al settore dello spettacolo e della cultura significa – chiosa Di Marco – essere capaci di coglierne anche il grande potenziale economico. Significa avere un approccio moderno allo sviluppo».

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