“Siamo d'accordo ad aprire una seria e costruttiva discussione per valutare se l'attuale profilo giuridico delle fondazioni lirico sinfoniche sia quello che serve alla lirica in Italia – dichiara Emanuela Bizi, segretaria nazionale Slc Cgil, in risposta alle affermazioni rilasciate dal Ministro Franceschini oggi in Commissione Cultura: “quello in vigore è un modello che evidentemente non ha funzionato perché i privati non hanno investito, se non in alcuni limitati casi.”
“Il cuore del problema delle fondazioni, è che il Fondo Unico per lo Spettacolo (Fus) e le sovvenzioni pubbliche locali non sono assicurate anno per anno e spesso arrivano in ritardo, comportando da un lato la necessità di indebitamento da parte delle fondazioni interessate, dall’altra l’impossibilità di garantire programmazioni pluriennali, con produzioni originali esportabili, come succede all’estero.”
“Bisogna intervenire nell'ambito di una visione complessiva dello spettacolo dal vivo in Italia, a partire dai fondi pubblici, ripartiti secondo la filiera dello stato, che devono essere garantiti, nell’ammontare e nei tempi di erogazione, a fondazioni teatri, e a tutte le strutture che ricevono fondi pubblici per poter promuovere le nostre eccellenze, le nostre opere, il nostro teatro, e la cultura in generale, durante tutto l’anno.”
“Il modello della stabilità dei corpi artistici e delle maestranze è ciò che rende così importante ad esempio la stagione estiva dell’Arena di Verona: per ottenere e mantenere le eccellenze è necessaria la stabilità e la continuità per i lavoratori delle Fondazioni Liriche.”