Lo schema di legge, in discussione al Senato, relativo all’attuazione della Direttiva 2014/26/UE (C.D. Barnier), delega il Governo a «prevedere forme di riduzione o di esenzione dalla corresponsione dei diritti d'autore riconosciute a organizzatori di spettacoli dal vivo con meno di 100 partecipanti, ovvero con giovani esordienti titolari di diritti d'autore, nonché in caso di eventi o ricorrenze particolari individuati con decreto del Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, garantendo che, in tali ipotesi, la Società italiana degli autori ed editori remuneri in forma compensativa i titolari dei diritti». Lo dichiarano in una nota congiunta, le associazioni e i sindacati degli autori e dei compositori, in rappresentanza di oltre 22.000 lavoratori creativi italiani quali Acep, Aia – Associazione italiana artisti, Anac, Anart, Asae, Centro Nazionale di Drammaturgia Italiana Contemporanea – Cendic, FELSA-CISL, L’Associazione, Map, Note Legali, Slc Cgil, Sos Musicisti, Uncla.
“Non si comprende per quale ragione, per rilanciare il mercato della musica, del teatro, della danza e di tutto il settore dello spettacolo dal vivo, le nostre categorie, che sono quelle che forniscono il bene primario necessario per la costruzione di uno spettacolo (cioè l’opera da eseguire, rappresentare o interpretare) dovrebbero essere espropriate a beneficio degli imprenditori della propria remunerazione che dovrebbe, invece, essere garantita.”
“In nessun caso si dovrebbe parlare di “esenzioni”, sarebbe come dire che per rilanciare il mercato dell’auto gli operai che montano la Panda dovrebbero rinunciare al proprio stipendio per ridurre i costi aziendali e incrementare le vendite.”
“Inoltre – prosegue la nota - non è possibile che la Siae garantisca il compenso agli autori danneggiati dall’emendamento, compensandoli, del tutto illegittimamente, con proventi di altri autori raccolti per altre utilizzazioni. Il rilancio del settore dello spettacolo dal vivo va fatto cercando di aiutare gli imprenditori e gli operatori culturali con sgravi fiscali e art bonus, non imponendo il taglio o la riduzione dei compensi degli autori.”
“Peraltro, il provento da diritto d’autore è una spesa che ha pari dignità rispetto a tutti gli altri costi dell’organizzazione di uno spettacolo (energia elettrica, costi di gestione o produzione, bevande, ecc.): perché invece intervenire solo su quella? Il diritto d’autore rappresenta e garantisce la remunerazione del creativo, sancita dalla Dichiarazione Universale del Diritto dell’Uomo e da numerose convenzioni internazionali.”
“Si può invece ragionare – conclude il comunicato - su particolari forme di riduzione delle tariffe, in casi limitati e comunque verificabili in modo concreto, tali da non ledere il diritto a un compenso dignitoso, penalizzare determinate eccellenze culturali (come il teatro, il jazz, la musica e la drammaturgia contemporanee) o i giovani autori che cercano di farsi strada in questo difficile ambiente. La categoria si rende disponibile a individuare insieme al Mibact quei casi di riduzione per eventi o manifestazioni che non dovranno comunque avere scopo di lucro.”