"L’Antitrust interviene a gamba tesa nel delicato dibattito sulla liberalizzazione della gestione del diritto d’autore. Stupisce come un’istituzione che dovrebbe “regolare”, riduca a poche righe un dibattito che va avanti da mesi sulla particolare natura del diritto d’autore e del modo migliore per tutelarlo." Così Emanuela Bizi, segretaria nazionale Slc Cgil sulla posizione dell'Antitrust sul decreto fiscale in materia di copyright.
"Far finta di niente e addirittura “parteggiare” per una soluzione, ignorando la differenza presente nella direttiva Barnier, fra organismi di gestione collettiva ed enti di gestione indipendenti, dà la cifra del grado di approssimazione a cui sono ridotte le nostre istituzioni."
"Per l’Antitrust il problema è come aprire il mercato a una pluralità di soggetti senza dire con quali regole e in che modo quel mercato dovrà funzionare, dimostrando di ignorare la complessità del sistema e i possibili danni di un passaggio da un gestore unico, titolare di convenzioni e compiti pubblici, ad un mercato senza rete."
"La responsabilità di avere un sistema di intermediazione non discriminatorio - conclude la dirigente sindacale - è in capo agli Stati: in tutta Europa sono previsti fondi, strumenti amministrativi, regimi autorizzativi, attività di controllo pubblico, doveri delle società di collecting che assicurino elevati standard di tutela del diritto d'Autore. All’Antitrust dovrebbe premere che vengano garantiti questi standard anche in un mercato liberalizzato, e non che qualcuno venga escluso dal fare business abbattendo il costo dei creativi."