Il collocamento azionario di Poste si è concluso ed ha avuto un successo superiore forse alle aspettative. Il Governo incassa circa 3,4 miliardi.
A fronte di un debito pubblico superiore ai 2000 miliardi l'intenzione di destinare i 3,4 miliardi ricavati dalla vendita del 40% delle azioni del Gruppo Poste Italiane alla riduzione dello stesso si commenta da sè. Dicemmo già, immediatamente a ridosso della pubblicazione del DPCM del Gennaio 2014, che stabiliva la parziale privatizzazione del Gruppo, che i soldi ricavati dalla vendita dovevano essere rinvestiti nel Gruppo.
Il potenziamento della integrazione delle società del Gruppo, il rilancio della logistica, l'integrazione con aziende altrettanto centrali del Paese per lo sviluppo dell'Agenda digitale, con i necessari investimenti ed i conseguenti piani di riqualificazione professionale, sono infatti elementi di consolidamento e sviluppo dell'intero Gruppo che rappresenta asset determinanti per l'Italia.
Richiamiamo per questo il Ministro Padoan, e con lui il Governo tutto, ad una valutazione di mero buonsenso che, inoppugnabilmente, consiglia di reinvestire risorse nel Gruppo stesso anziché destinarle inutilmente ad una riduzione millesimale del debito pubblico.
Ci piacerebbe dunque sapere dal Ministro Padoan se si utilizzeranno le risorse ricavate dal collocamento azionario per sostenere scelte intelligenti e lungimiranti di politica industriale.
Crediamo infatti che una scelta diversa, palesemente inutile in termini di riduzione del debito, costituirebbe l'ennesima occasione sprecata di impiegare risorse economiche a sostegno della ripresa economica e sociale del Paese.