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Il disorientamento e la confusione più volte riscontrati nei comportamenti di SLP CISL sembrano non conoscere confini.

 Sfugge dunque l’intento punitivo e discriminatorio nei confronti di SLP mentre è del tutto evidente con quanta leggerezza si sia presentato il ricorso.

 Non si può pensare diversamente di un sindacato, il più rappresentativo dentro Poste Italiane, che ha deciso di utilizzare persino uno strumento prezioso come l’ex art. 28 per vincere a tutti i costi la sua battaglia che, a nostro avviso, di sindacale ha veramente poco.

 Sembra infatti diventata quasi una moda quella di ricorrere al giudice ogni qual volta vecchi equilibri vengono toccati. E allora ecco che a Milano si denuncia l’azienda per aver spostato qualche iscritto CISL, così come a Roma si denuncia l’azienda per il fatto che, nel rispetto di quanto sottoscritto da tutte le 6 OO.SS. firmatarie del CCNL non vengono concessi tavoli separati!

 Entrambe le motivazioni sono a nostro avviso imbarazzanti, perché, nella condizione attuale, tradiscono un’idea pasticciata delle relazioni industriali e una scarsa comprensione di quanto, da parecchi mesi a questa parte sta avvenendo nell’ambito dei rapporti tra OO.SS.

 La verità è che si è smarrito il senso della misura!

 A questo punto però siamo preoccupati e ci poniamo dei seri interrogativi nei confronti di una O.S. che, abdicando al suo ruolo, dopo i fallimenti registrati con gli scioperi (disertati dai lavoratori), promuove art. 28 sulle materie più disparate.

 Non è così che si impone la propria presenza o si dimostra la propria "forza".

 Ci chiediamo dunque quanto ancora si debba aspettare per tornare, dentro Poste Italiane ad un clima di normalità; intanto, a Milano, SLP CISL ha già perso.

 A nostro avviso non possono che essere condivise le motivazioni per le quali il giudice di Milano ha deciso di bocciare il ricorso di cui sopra: come è noto, e come dalla stessa organizzazione affermato, dentro Poste Italiane è in corso un processo di riorganizzazione che, anche solo per un semplice calcolo matematico non può non impattare sugli iscritti dell’o.s. più rappresentativa (41% in quel territorio) che, è vero, sono stati spostati, ma per essere sostituiti da altri iscritti CISL!

 Per chi fa sindacato questa condizione è estremamente imbarazzante. Le forzature e le contraddizioni nel testo presentato sono costanti, perché tentare di dimostrare ciò che non c’è ogni tanto risulta difficile.

 Quello che SLP CISL dovrebbe comprendere a questo punto è che la "sua" sconfitta rischia di diventare una sconfitta per il mondo sindacale.

Il comportamento anti sindacale è tema delicato, ci sono voluti anni per conquistare il diritto a difendersi da una pratica tanto odiosa quanto pericolosa. Oggi questo esercizio continuo sta mettendo a rischio la sua efficacia e il suo valore; si rischia di svuotare uno strumento così prezioso e lo si fa a discapito di coloro che le discriminazioni le subiscono davvero.

 Il problema vero è che SLP CISL entra in conflitto con l’azienda non sul terreno della rappresentanza sindacale, ma sulla gestione del personale, di cui, è evidente, si ritiene titolare.

 Noi abbiamo un’altra idea del sindacato e certamente la nostra è lontana da quella di un sindacato che si fa esso stesso "padrone" dei lavoratori.

La Segreteria Nazionale SLC CGIL

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