Roma, 05 ottobre 2021
Spett.le Ministero del Lavoro
p.c. Segreteria Nazionale CGIL
Oggetto: richiesta di inserimento di professioni nell’elenco dei lavori gravosi – Lavoratori della filiera del recapito: Addetti al recapito ed Addetti alle lavorazioni interne.
La Commissione Istituzionale sui lavori gravosi, nel documento approvato il 16 settembre 2021, ha definito un elenco delle professioni particolarmente usuranti, portando il numero delle categorie per le quali potrebbero aprirsi le porte dell’Ape sociale nel 2022, dalle attuali 15 a 31 (e dalle attuali 65 mansioni a 203). La lista dei lavori gravosi è stata stilata in base ai seguenti criteri:
● frequenza degli infortuni rispetto alla media;
● numero di giornate medie di assenza per infortunio;
● numero di giornate medie di assenza per malattia.
Dispiace constatare che i lavoratori della filiera del Recapito, con mansioni di Addetto al recapito e di Addetto alle Lavorazioni Interne, da sempre esclusi dall’elencazione di lavori gravosi e/o usuranti, siano stati ancora una volta dimenticati. Riteniamo che questa tipologia di lavoratori, possa e debba essere inclusa tra quelle professioni previste nell’elenco dei lavori gravosi. Una platea alquanto numerosa che coinvolge dipendenti di grandi e piccole aziende operanti sull’intero territorio nazionale.
Si evidenzia che gli Addetti al recapito sono frequentemente soggetti a patologie dell’apparato muscolo/scheletrico, spesso scaturenti da infortunio, che compromettono le condizioni di salute e nel tempo, sommandosi ad altre patologie generate anche dalle condizioni climatiche avverse a cui sono sottoposti nello svolgimento della mansione, creano situazioni particolarmente gravose.
Spesso, lì dove le dimensioni dell’azienda lo permettono, questi lavoratori si vedono riconosciuta una inidoneità alla mansione di portalettere completando così la propria carriera lavorativa tra gli Addetti alle lavorazioni interne; questa soluzione, seppur configurandosi come una alternativa occupazionale, in realtà nel tempo comporta l’aggiungersi di ulteriori patologie a quelle già in essere dovute, ad esempio, a lavorazioni su turni anche notturni, movimentazione di carichi manuali, torsioni ecc.
Nonostante quindi l’evoluzione tecnologica abbia migliorato la catena di produzione attraverso la meccanizzazione dei cicli di lavorazione, i lavoratori in parola in realtà sono sottoposti ad un impegno psicofisico che, con l’aumentare dell’età anagrafica, configura le condizioni per un riconoscimento di gravosità per queste due mansioni.
Si fa in ultimo presente che la necessità di comprendere anche i lavoratori della filiera del recapito nella platea dei lavori gravosi, è legata anche alla difficoltà per gli stessi di accedere all’APE sociale, stante le attuali normative.
Si chiede pertanto di riconoscere anche le figure professionali di cui sopra (Addetto al recapito ed Addetto alle lavorazioni interne) la possibilità di avere delle risposte sulla configurazione dell’aspetto di gravosità delle sue professioni.
Cordiali saluti,
Nicola Di Ceglie
Segretario Nazionale SLC CGIL
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