POSTE ITALIANE: SLC CGIL, BENE LE STABILIZZAZIONI, MA SULLE POLITICHE ATTIVE DEL LAVORO SERVONO INTERVENTI DI CARATTERE STRUTTURALE
Le Politiche attive del lavoro perseguite dall’attuale dirigenza di Poste Italiane presentano aspetti controversi che come Segreteria Nazionale SLC CGIL – Area Servizi Postali avvertiamo il dovere di porre in luce.
L’incremento del numero di stabilizzazioni (1.700 rispetto alle 1.400 previste) delle lavoratrici e dei lavoratori con contratto a tempo determinato (CTD) è una misura che vede il nostro pieno favore, poiché in linea con la battaglia storica al precariato avviata in Poste Italiane proprio dalla sottoscritta sigla sindacale. Risultato importante, ma non sufficiente. Non solo sul piano quantitativo, ma anche su quello qualitativo.
Le suddette stabilizzazioni comunicate dall’Azienda alle OO.SS. in occasione dell’incontro dello scorso 10 novembre si attestano su numeri inadeguati a supplire all’entità della carenza di personale e alla conseguente organizzazione disfunzionale del lavoro.
Queste due criticità, inoltre, risultano diffuse sull’intero territorio nazionale e non ristrette ad aree specifiche. Pertanto, la concentrazione geografica di alcuni interventi non può che suscitare forti perplessità.
Come abbiamo avuto modo di significare all’Azienda in chiusura dell’incontro, come SLC CGIL non saremo più disponibili ad avallare misure di carattere emergenziale. Sulle politiche attive del lavoro serve una visione di lungo respiro, di portata strutturale e – soprattutto – frutto del confronto e della condivisione tra Azienda e Organizzazioni Sindacali.
Roma, 12 novembre 2021
Ufficio Stampa SLC CGIL