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Dalla fatidica data del 6 ottobre nella quale, in maniera “scomposta”, l’azienda ha realizzato la disdetta degli accordi di secondo livello del 14 e 15 maggio 2008 non è passato molto tempo (nemmeno due mesi).
Le mirabolanti azioni illustrate dall’AD Cattaneo fino ad oggi: efficientamento teso alla maggiore competitività, sviluppo, aggressività sul mercato, azioni alle quali, in un primo momento, abbiamo guardato con attenzione ed interesse, impattano con estrema durezza nella quotidianità lavorativa dove la confusione “gestionale” dell’organizzazione del lavoro permane e si somma ad una ondata di azioni unilaterali intraprese dell’azienda.
SLC, FISTEL, UILCOM da anni hanno ribadito ed evidenziato che TELECOM ITALIA, adesso TIM, doveva cambiare passo e superare le “paludi” interne che l’hanno attraversata e molto spesso imbrigliata, a partire da una maggiore trasparenza e coerenza nel mondo degli appalti, passando da una organizzazione apicale più fluida fino ad arrivare ad una meritocrazia reale e non solo proclamata.
SLC, FISTEL, UILCOM da sempre hanno sottolineato che la redistribuzione economica andava effettuata investendo concretamente sulla collettività e quindi con un Premio di Risultato significativo e non su decine di elargizioni di “canvass” strumentalmente usate per raggiungere obiettivi personali o addirittura sui super bonus ai manager, tutte azioni spesso in netta antitesi al raggiungimento del miglioramento della funzionalità dell’intero sistema azienda.
Aumentare la produttività non è una finalità che ci spaventa se esiste una solida, chiara e coerente logica produttiva ed organizzativa ma purtroppo ad oggi queste condizioni non le riusciamo a focalizzare. Le internalizzazioni delle attività ad alto valore aggiunto NON le vediamo, l’utilizzo nobile del JOB CENTER, ovvero avere una reale mappatura delle competenze da poter utilizzare per realizzare delle sinergie interne e sviluppare professionalità NON lo vediamo, questo strumento viene svilito ad una mera ricollocazione di basso profilo. Una volontà di fare una grande azione per sanare l’annosa situazione dei livelli inquadramentali, presente in alcuni settori dell’azienda (caring‐rete ecc), NON la vediamo.
Il malessere che covava da tempo ma non era mai esploso ora, nelle manifestazioni indette da SLC CGIL, FISTEL CISL, UILCOM UIL e realizzate nelle regioni in questi giorni, ha trovato grande sfogo con partecipazioni straordinarie perché ormai le condizioni economiche delle lavoratrici e lavoratori sono allo stremo e quelle gestionali dell’azienda alla deriva.
Il correttivo per il mancato pagamento del PDR del giugno 2016 ed un vero e reale PREMIO DI RISULTATO che redistribuisca i risultati dell’azienda (vedi le ultime due positive trimestrali) sono per NOI dei punti imprescindibili!!!!
Le continue azioni unilaterali tese a diminuire il contenimento dei costi colpiscono in maniera quasi persecutoria le lavoratrici ed i lavoratori: iperself – EF forzate ‐ restrizioni spazi fisici ‐ trasfertistica – policy utilizzo dei social media ecc., azioni NON condivise dalle parti sociali, che hanno l’inutile obiettivo di creare ulteriore malessere e forte disaffezione peggiorando pesantemente il clima interno già in precedenza negativo.
Il miglioramento della produttività non si persegue mediante la destrutturazione dei diritti individuali e collettivi bensì con un credibile piano di investimenti produttivi e di valorizzazione delle professionalità.
Forse alla “governance” ed agli azionisti francesi interessa esclusivamente dimostrare alla comunità finanziaria che le trimestrali funzionano. Ci domandiamo fino a quando funzioneranno? Perché il mero taglio dei costi a 50.000 dipendenti che il GRUPPO TIM occupa in ITALIA la situazione rimarrà estremamente difficile.
La responsabilità sociale d’impresa. Il bilancio etico non sono delle chimere da sventolare solo nei convegni o nelle bacheche ma veri ed importanti valori da praticare!
Facile è dire che TIM è improduttiva, ha un personale con una età anagrafica elevata, ha un enorme debito 26,7 Miliardi ma perché VIVENDI’ ha comprato TIM ? forse per la sua rete, asset strategico del Paese e punto nodale per entrare commercialmente in milioni di case degli italiani? Allora costi benefici valgono a corrente alternata, prendo le cose buone mentre quelle più ostiche cerco di gettarle? Per quanto ci riguarda NON FUNZIONA COSI’!
In questi giorni grandi manifestazioni di dissenso hanno percorso trasversalmente tutta l’Italia dal profondo nord al profondo sud, i telegiornali regionali del TG3 e delle televisioni locali, i quotidiani, sono zeppi di immagini di piazze invase dalle lavoratrici e lavoratori di TIM e da striscioni di protesta contro le politiche dell’Azienda sui costi del personale.
La politica regionale e nazionale è stata coinvolta e sarà coinvolta, si è messo in moto un meccanismo che finalmente ha risvegliato il torpore nel quale migliaia di lavoratori TIM si erano assopiti.
Se la “Governance” dell’azienda credeva di realizzare azioni messe in atto in altri contesti con la stessa facilità e leggerezza forse deve ripensare alla sua strategia: avere il motore dell’azienda “ingolfato” di rabbia e di protesta è sbagliato e controproducente.
SLC CGIL, FISTEL CISL, UILCOM UIL ed le migliaia di lavoratori che rappresentiamo sono ben lungi dall’abdicare e lasciar fare come se nulla fosse. Mai come oggi le lavoratrici ed i lavoratori hanno compreso che il momento è complicato ed in un contesto di forte crisi economica NON sono disposti in alcun modo di perdere diritti acquisti e salario.
TIM è la quinta azienda del Paese, è strategica per lo sviluppo dello stesso ma lo è ancor di più per gli oltre 50.000 lavoratori che sono decisi a difenderla con tutte le loro forze da mere azioni speculative finanziarie e da attacchi ai loro diritti.

IL 13 DICEMBRE SI PASSERÀ DAI PRESIDI DAVANTI ALLE SEDI STORICHE DI TIM ED AGLI SCIOPERI REGIONALI AD UN GRANDE SCIOPERO NAZIONALE DI OTTO ORE DA SVOLGERE CON MANIFESTAZIONI LOCALI

Per tutte le motivazioni espresse chiediamo alle lavoratrici ed ai lavoratori che hanno aderito massicciamente di proseguire ed aumentare la spinta profusa fino ad oggi coinvolgendo il maggior numero di colleghi perché il 13 dicembre sia un giorno di mobilitazione memorabile.
I vertici dirigenziali e gli azionisti di riferimento di TIM, dopo lo sciopero nazionale del 13 dicembre, decidano che strada intendono percorrere sapendo che i diritti e le tutele acquisite in questi anni NON si possono superare con un colpo di spugna, un primo assaggio lo hanno già concretamente visualizzato!

LE SEGRETERIE NAZIONALI SLC‐CGIL FISTEL‐CISL UILCOM‐UIL

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