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Nella giornata del 06 febbraio 2017, si è tenuto l’incontro tra le RSU STAFF NORD, le segreterie territoriali e nazionali di Torino e Milano e TIM.
L’odg dell’incontro era l’esame congiunto, relativamente al progetto di semplificazione territoriale delle aree di staff di Milano e Torino. La giornata è stata una replica del 17 gennaio, data in cui con un ordine del giorno non coerente, l’azienda aveva comunicato 56 trasferimenti dalle sedi di Torino e Milano verso Roma.
La nuova replica vede un coerente ordine del giorno, ma con un merito decisamente diverso: Tim come è ormai consuetudine, in questo ultimo periodo, conferma la comunicazione del 17 gennaio, ampliando la platea dei lavoratori da trasferire, per un totale di 265 persone.
Il progetto che “prende quota”, proviamo ad intuirlo: le relazioni industriali nazionali, sono sostituite da incontri sparsi sul territorio, che devono poi essere assemblati per decifrare il piano generale, piano che sembra essere quello di un’azienda che in nome di tanti titoli, quali rigore, integrità, merito, lotta agli sprechi etc, sta attuando una politica in piena solitudine (unilaterale per essere precisi), fatta anche di accentramenti sulla capitale, faccenda non così originale, in quanto non è certo la prima volta che si spostano lavorazioni Staff tra i vari territori. Questa volta di originale vi è il fatto che l’azienda sta “toccando” attività e persone che svolgono ruoli nevralgici, quali le attività del settore Finanza ed Assicurazioni ed Investor Relations in ambito AFC, la Funzione Legale ed una serie di altre realtà aziendali Staff a corollario che, di fatto, ritiene di dover centralizzare per rendere le persone più produttive ed efficienti (!!!!).
Al tavolo, la prima risposta forte ed immediata, con una valutazione di merito alla quale l’azienda non ha potuto far altro che ascoltare, è partita dalle RSU dei reparti interessati, che hanno in modo chiaro e deciso rappresentato la realtà vera dei luoghi di lavoro interessati al trasferimento, fatta di persone con professionalità specifiche, acquisite nel tempo e che sono un valore aggiunto importante per le attività svolte in queste funzioni: di fronte a questi episodi ci si dovrebbe ricordare che si parla di persone, con tutta la loro storia e derubricare il tutto ad una manovra di questo tipo, non restituisce giustizia ad una realtà che sta vivendo momenti drammatici.
SLC CGIL ha ribadito quanto detto e scritto nell’incontro precedente, che trova conferme nella giornata di oggi, l’azienda nel nome dell’ottimizzazione dei processi, dell’azienda più “snella”, che pone il contenimento dei costi e la produttività come obiettivi, agisce in modo del tutto unilaterale, motivando questo suo modo di muoversi con le solite causali alle quali oramai non crede più nessuno.
Le slides presentate il 6 ottobre, relative alla situazione aziendale, secondo l’azienda sono quanto di più chiaro per dare il via a quanto sta accadendo: dal job-center in poi si sta modificando la struttura aziendale in modo non certo condiviso, ed al sindacato, reo di non chiedere incontri ……. si vorrebbe lasciare parlare (speriamo di capire prima o poi il quanto) solo dell’integrativo che non c’è più, modulando il ragionamento su alcuni temi specifici che servirebbero all’azienda per portare avanti la sua riorganizzazione.
Si buttano alle “ortiche” anni di professionalità, creati nel tempo, logiche che non ci convincono, ed anzi, di fronte a questi atteggiamenti siamo contrari e non certo in modo ideologico, ma perché industrialmente parlando abbiamo assistito in questi anni a molteplici fallimenti organizzativi, con spostamenti di attività e persone, finalizzati a sostenere più che l’azienda le idee di qualcuno piuttosto che di qualcun’altro.
SLC CGIL in questa vertenza sta e starà al merito delle questioni, come sempre, a partire dalla vicenda dirompente dell’integrativo per passare da quella drammatica vissuta dai lavoratori delle AREE DI STAFF, certi che il confronto nel merito, quello vero, sarà sempre la strada da percorrere. L’importante è che tutti gli attori vogliano davvero percorrere questa strada e non, invece, forzare scorciatoie che si rivelano pericolose per i lavoratori e di conseguenza per l’azienda.

LA SEGRETERIA NAZIONALE SLC CGIL

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