Lo scorso 20 giugno al Ministero del Lavoro, nel corso dell’incontro di procedura che ha portato al rinvio al prossimo 11 luglio, la SLC CGIL ha ribadito i motivi della sua contrarietà a trattare i temi chiesti da 3G perché rappresentano delle deroghe al CCNL e comportano degli ulteriori sacrifici economici per le lavoratrici e i lavoratori. La SLC CGIL ha quindi chiesto all’azienda di ritirare la procedura di licenziamento per 197 persone e di accettare l’utilizzo di un ammortizzatore sociale. In seguito, nelle successive ore è andata avanti la trattativa tra 3G, le Segreterie nazionali e territoriali di Fistel Cisl, Uilcom Uil e UGL Telecomunicazioni e le RSU delle sedi di Sulmona e Campobasso sulle richieste aziendali, che ha portato alla sottoscrizione di un’ipotesi di accordo. “E’ un modello di accordo che abbiamo già deprecato e che rischia di diventare, se non fermato, elemento di dumping in tutto il settore dei call center in outsourcing” dichiara Marco Del Cimmuto, Segretario Nazionale SLC CGIL.
“Un ricatto bello e buono – prosegue il sindacalista - in cui si chiede ai lavoratori di scegliere tra occupazione e diritti e si aizzano le RSU le une contro le altre in una guerra tra sedi e tra singoli che ricorda sempre di più il vecchio motto dividi e comanda.”
“Un accordo di particolare gravità - conclude del Cimmuto - perché mosso da motivi inaccettabili: la necessità di ripianare i conti dopo che i lavoratori licenziati illegittimamente hanno vinto i ricorsi."
3G: ipotesi di accordo è ricatto occupazionale
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