Domani 26 luglio, i dipendenti della British Telecom Italia, attueranno lo sciopero nazionale di 8 ore, in risposta alla Dirigenza, che ha dichiarato un esubero di 202 addetti su un totale di 867, tra quadri e impiegati, aprendo le procedure di licenziamento.
Uno dei più grandi gruppi mondiali, che opera nel settore Information, Comunication e Technology non è in grado di affrontare le sfide di mercato senza dover licenziare e ridurre qualitativamente e quantitativamente il patrimonio professionale.
Slc Cgil,Fistel e Uilcom hanno proposto strumenti alternativi a cominciare dai contratti di solidarietà e comunque strumenti non traumatici, accompagnati da percorsi formativi e riqualificativi in grado di riposizionare professionalità già alte.
BT Italia scarica sul necessario riposizionamento aziendale, costi e problemi le cui cause, hanno probabilmente altre origini. Anche i tempi scelti, per aprire le procedure di licenziamento, dimostrano le difficoltà di un Gruppo così importante, a confrontarsi sulle politiche industriali e sul futuro aziendale in questo paese. L’approccio molto “ragionieristico”, fatto di tagli sparsi un po’ dappertutto, evidenziano la scarsa propensione di BT Italia ad affrontare percorsi più impegnativi ma che possono dare maggior slancio all’azione di riposizionamento, coinvolgendo piuttosto che andare contro, i propri collaboratori.
La protesta civile ma ferma, dei lavoratori e dei loro Sindacati, ha lo scopo di far riflettere BT Italia, e permette di avviare un confronto che rafforzi l’azienda in termini economici e finanziari ma soprattutto che costruisca un patto con tutti i propri dipendenti, supportato da consenso e motivazione.
Le Segreterie Nazionali SLC CGIL - FISTEL CISL - UILCOM UIL
BT Italia, sciopero 26 luglio
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