“Il via libera del consiglio di Cassa Depositi Prestiti all’ingresso diretto nel capitale di Telecom, con un ruolo di garante dell’interesse nazionale e dell’integrità dell’impresa, rappresenta una prima buona notizia e potrebbe costituire il presupposto per una ritrovata stabilità della governance di Tim con risorse adeguate a sviluppare i processi digitali e di innovazione preziosi per il Paese. Siamo molto interessati a questo progetto che, se sarà tale, non potrà che vederci impegnati per la sua piena realizzazione”. E’ quanto affermano in una nota congiunta i segretari generali di Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil, Fabrizio Solari, Vito Vitale e Salvo Ugliarolo.
“Il male oscuro che ha pesantemente condizionato lo sviluppo di Tim a partire dalla sua privatizzazione - prosegue la nota - è sostanzialmente riconducibile alla pesantezza del debito, in larga parte cumulato dalle varie gestioni ‘private’, e alla sostanziale instabilità della governance aziendale”.
“Gli ultimi mesi ci avevano poi consegnato - sottolineano i tre dirigenti sindacali - uno scenario straordinariamente preoccupante con l’emersione di migliaia di esuberi potenziali e una battaglia legale per il controllo di un’azienda fondamentale per il futuro del Paese nell’epoca della fibra, del 5G e della digitalizzazione”.
“Non si poteva lasciare languire la situazione fino a consunzione. Avevamo più volte sollecitato un intervento a difesa del patrimonio industriale e professionale di Tim, della sua rete, dei suoi assets. E’ inoltre necessario ricondurre a sintesi unitaria, nell’ambito di Tim, l’esperienza di Open Fiber, per evitare l’inutile spreco di una duplicazione della rete di nuova generazione”, conclude la nota.