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Dall’attivo unitario del settore dei call center in outsourcing che si è tenuto oggi a Roma si è avuta la conferma che la situazione del comparto continua a far registrare situazioni di grande sofferenza. Dall’attivo unitario del settore dei call center in outsourcing che si è tenuto oggi a Roma si è avuta la conferma che la situazione del comparto continua a far registrare situazioni di grande sofferenza. Negli anni passati molte cose sono state fatte grazie all’iniziativa del sindacato confederale ed alle mobilitazioni dei lavoratori, a partire dall’approvazione e dalla regolamentazione della Clausola Sociale e delle Tabelle ministeriali sul costo minimo del lavoro in caso di cambio di appalto.

Nonostante questo, il rapporto con le Istituzioni non sempre ha portato ad azioni risolutive. I motivi di una mobilitazione sono ancora tutti sul tavolo e sono pienamente rappresentati nella piattaforma unitaria sulla filiera dei call center già inviata ai Ministeri competenti e ad Asstel: estensione delle clausole sociali, rispetto delle tariffe minime negli appalti, lotta alle delocalizzazioni, ammortizzatori sociali ordinari e certi, fondo di solidarietà per la filiera TLC, lotta al dumping contrattuale, superamento del principio di gratuità e revisione dei livelli di servizio di assistenza alla clientela. La convocazione ministeriale del prossimo 14 ottobre rappresenta un appuntamento importante ma non sufficiente, ad ora, a ritenere superata la mobilitazione di settore. Per queste ragioni le Segreterie Nazionali dichiarano lo stato di agitazione del settore, con un pacchetto di ore di sciopero da modulare in caso di mancate risposte e/o mancata disponibilità a partire dall’incontro del 14 ottobre. Nel frattempo si dà mandato alle strutture territoriali di organizzare da subito attivi regionali unitari e assemblee sui luoghi di lavoro e valutare, per il giorno 14 ottobre, sit-in e iniziative davanti alle Prefetture a sostegno delle posizioni unitarie.

Le Segreterie NazionaliSLC-CGIL FISTEL-CISL UILCOM-UIL

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