Domani, venerdì 4 ottobre dalle 9.30 alle 13 ci sarà un presidio dei lavoratori, organizzato da Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil sotto la sede di Acea a piazzale Ostiense a Roma.
"124 persone lavorano attualmente nella sede di Roma di Olisistem Start (ex Ecare SpA) per il servizio clienti di Acea. L’appalto presso Olisistem Start è scaduto e sta per subentrare la società Numero Blu. Questi lavoratori, la maggior parte dei quali lavorano sul servizio da oltre 10 anni, sono tutelati dalla “clausola sociale”, prevista dalla legge e resa applicativa dal CCNL Telecomunicazioni, che prevede la tutela occupazionale e il rispetto delle condizioni economiche e normative per tutti gli
operatori impiegati nel servizio di call center oggetto dell’appalto." Così una nota dei sindacati di categoria Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil.
"124 persone lavorano attualmente nella sede di Roma di Olisistem Start (ex Ecare SpA) per il servizio clienti di Acea. L’appalto presso Olisistem Start è scaduto e sta per subentrare la società Numero Blu. Questi lavoratori, la maggior parte dei quali lavorano sul servizio da oltre 10 anni, sono tutelati dalla “clausola sociale”, prevista dalla legge e resa applicativa dal CCNL Telecomunicazioni, che prevede la tutela occupazionale e il rispetto delle condizioni economiche e normative per tutti gli
operatori impiegati nel servizio di call center oggetto dell’appalto." Così una nota dei sindacati di categoria Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil.
"Purtroppo, però, Numero Blu non applica, e ha dichiarato di non avere intenzione di applicare, il CCNL Telecomunicazioni, bensì il CCNL Servizi sottoscritto da Cisal e Anpit. Questo CCNL non prevede le stesse retribuzioni né le stesse condizioni normative e organizzative - prosegue la nota. Segnalate per tempo le nostre preoccupazioni circa le ricadute negative per le lavoratrici e i lavoratori attualmente impiegati sulla commessa, ma la committente Acea è rimasta sorda alle nostre richieste, sottovalutando pesantemente gli effetti negativi derivanti."
"Riteniamo infatti che la differenza di offerta economica che ha permesso alla suddetta azienda di aggiudicarsi la gara sia stata determinata in larga parte da un risparmio sul costo del lavoro, quindi da una ingiusta sopravvenuta condizione di svantaggio per le lavoratrici e i lavoratori impattati dalla clausola sociale."
"Riteniamo gravissimo che un committente il cui azionariato è a maggioranza pubblico (Comune di Roma) assegni un suo appalto ad un’azienda che applica un contratto di lavoro “pirata”, quale è da considerarsi a tutti gli effetti quello sottoscritto da un sindacato e da una parte datoriale non rappresentative del comparto dei Contact Center in outsourcing, che di fatto fa dumping nel settore dei call center - concludono i sindacati.