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Alla luce del nuovo decreto presidenziale, le scriventi Segreterie nazionali ritengono di dover chiarire che, nell'assicurare l'esercizio delle attività essenziali attraverso l'attività dei call center, rigettano l'impostazione della filiera lunga.

Le attività che occorrerà garantire saranno quelle destinate alla continuità dei servizi vitali come le comunicazioni, l'erogazione di energia, l'accesso al credito (assistenza tecnica propedeutica alla risoluzione di disservizi, segnalazione guasti e/o emergenze, presidio su aspetti amministrativi qualora abbiano dirette conseguenze sull'erogazione del servizio, assistenza previdenziale, ai servizi del credito legati esclusivamente alla gestione dei conti correnti e dei sistemi di moneta elettronica).

Tutti gli aspetti commerciali, specie se legati a settori non considerati essenziali dal decreto firmato ieri, vanno assolutamente fermati. In particolare ci riferiamo agli aspetti commerciali ed amministrativi che non hanno attinenza al funzionamento dei servizi attivati, a tutte le attività di retention, implementazione tariffarie per tutte le attività gestite tramite call center.

In questa ottica ribadiamo che anche i negozi sociali delle aziende di TLC vanno fermati.

Le attività di vendita di beni e servizi attraverso call center outbound non possono in alcun modo esser considerate attività essenziali e vanno sospese.

Si utilizzi i giorni che ci separano dal 25 marzo per fermare queste attività, utilizzando gli strumenti straordinari messi a disposizione dal Governo, e portare avanti la remotizzazione del lavoro, a partire dalle attività essenziali, che deve tendere alla totalità delle persone impattate.

Già da oggi inizieremo sulle varie aziende la ricognizione delle attività secondo le indicazioni di questo documento, chiedendo la sospensione dove prevista, la massima remotizzazione e la ferrea ottemperanza ai protocolli di sicurezza.

È chiaro che, in presenza di comportamenti ostinati da parte delle aziende, ricorreremo a tutti i mezzi in nostro possesso, a partire dallo sciopero, per coprire le lavoratrici ed i lavoratori. 

La responsabilità del mondo del lavoro non si baratta con la cupidigia e l'ottusità. Siamo consapevoli che il nostro settore sia, oggi più che mai, nevralgico per garantire servizi indispensabili ad un Paese che deve chiudersi in casa per uscire da un incubo. Ma questa consapevolezza impone parimenti una fermezza non mediabile per garantire che non passino, attraverso il senso di responsabilità, abusi o meschinerie legate a logiche di profitto alla giornata.

Roma, 23 marzo 2020

Le Segreterie Nazionali
SLC-CGIL           FISTEL-CISL           UILCOM-UIL

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