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Spett.le Presidenza del Consiglio dei Ministri

Spett.le Ministero del Lavoro

Spett.le Ministero dello Sviluppo Economico

Spett.le Ministero delle Economia e delle Finanze

Alla C.A:

Componenti la Commissione Lavoro del Senato

Componenti la commissione Lavoro Camera dei Deputati

Capigruppo delle forze parlamentari di Camera e Senato

p.c. Consip

Anac

Comune di Roma

Inail

Istat

Sogei

Oggetto: Richiesta incontro urgente gara Consip servizi di Contact Center – Proclamazione STATO DI AGITAZIONE in tutte le attività pubbliche legate alla gara in oggetto.

Le Segreterie nazionali di Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil, UGL Telecomunicazioni facendo seguito alle precedenti richieste datate 26.02, 30.04, 11.06, tenuto conto dell’incontro svolto presso il Ministero del Lavoro il giorno 24 c.m., sollecitano un incontro al fine di poter discutere degli effetti derivanti dalle assegnazioni avvenute relativamente ai servizi di Contact Center legati alla Convenzione Consip.

A seguito della aggiudicazione della Gara Consip, comprendente anche attività legate a contact center di importanti committenze pubbliche tra cui Comune di Roma, Anac, Sogei, Istat, Inail, avevamo prontamente richiesto un incontro per garantire la corretta e piena applicazione della clausola sociale ai sensi e per gli effetti dell’art.1 comma 10 della legge 11/2016. Il sopravvenire delle problematiche derivanti dal Covid19 ha spinto le scriventi, per senso di responsabilità, a richiedere alle parti in causa un rinvio delle date di passaggio delle attività, invitando ad effettuare i cambi di appalto successivamente, al fine di garantire quanto previsto dai vari DPCM in riferimento al distanziamento sociale, dispositivi di protezione individuale, divieti di assembramento.

Dopo la pausa estiva, sono stati avviati una serie di confronti ed interlocuzioni finalizzati alla gestione del cambio di appalto e le preoccupazioni che avevamo manifestato fin dal principio hanno trovato conferma.

In tutti questi mesi le segnalazioni e denunce presentate ai Ministeri coinvolti sono rimaste inascoltate, manifestando completo disinteresse ad una problematica che riguarda potenzialmente migliaia di lavoratori, e che ha visto un immediato coinvolgimento di 250 dipendenti.

Il principio su cui si basa la norma della clausola sociale nei contact center è di garantire continuità occupazionale alle lavoratrici ed ai lavoratori in caso di cambio di appalto. Questa misura è una delle due gambe di un sistema di regolamentazione del settore intervenuto su spinta sindacale e recepito dai governi attraverso emanazione di norme, direttive e decreti, per limitare fenomeni di dumping e gara al massimo ribasso in un settore merceologico dove il costo del lavoro incide per oltre l’80% dell’intero costo di produzione. L’altra misura specifica per il settore è rappresentata dal decreto direttoriale n°77 del 1 Ottobre 2018, attraverso il quale il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha fissato il costo del lavoro medio per il personale dipendente da imprese aggiudicatarie di servizi di call center calcolato sulla base del Contratto Collettivo Nazionale delle Telecomunicazioni (CCNL TLC).

Appare chiaro invece, dall’analisi dei CCNL applicati dalle aziende subentranti che sono diversi dal suddetto CCNL TLC, che pur in presenza di una dichiarata “armonizzazione della RAL”, il nuovo trattamento economico complessivo dei lavoratori risulta inferiore a quello avuto con il precedente appaltatore, laddove si considerino, come è necessario fare, tutti gli elementi contrattuali differiti e indiretti presenti nel CCNL TLC che è quello di gran lunga maggiormente rappresentativo del settore ed al quale oggi si conformano, come tale, i singoli rapporti di lavoro.

Questa situazione crea quindi un danno economico importante ai Lavoratori impattati da questo cambio di appalto ed è anche, a nostro avviso, causa di dumping che permette l’aggiudicazione delle gare al di sotto del costo fissato dal Ministero del Lavoro. Ancor più negativamente rimarchevole è il fatto che a non tener conto di quanto stabilito dal Ministero del Lavoro siano committenze pubbliche attraverso una convezione stabilita da un ente controllato dal Ministero dell’Economia e delle Finanze. Questa dinamica paradossale non può essere applicata ai danni di un intero settore merceologico che conta circa 80 mila addetti e ritenuto essenziale nei DPCM emanati in questa difficile e complicata emergenza Covid19.

Alla luce di quanto sopra esposto, fortemente preoccupate per la continuità economica/occupazionale di migliaia di lavoratrici e lavoratori coinvolti in attività di contact center di commesse pubbliche, le scriventi Segreterie hanno sollecitato incontri ai Ministeri competenti al fine di scongiurare ipotesi di cambio di appalto che non tenessero conto delle norme vigenti, dei contratti applicati, dei diritti e del salario dei dipendenti coinvolti, e delle positive prassi in essere sul tema dei cambi di appalto nel settore dei contact center.

A partire da oggi 1 Ottobre, primo giorno di partenza delle attività con l’azienda subentrante, dei circa 140 lavoratori coinvolti nel cambio di appalto delle attività legate al Comune di Roma ben 125 lavoratori hanno rifiutato il passaggio all’azienda subentrante, rifiutando il ricatto di subire una decurtazione salariale superiore al 20%, oltre alla perdita di tutta una serie di diritti acquisiti in anni di esperienza, tra cui le tutele normative derivanti dall’art.18 in caso di licenziamento illegittimo. Relativamente al servizio contact center dell’Autorità Nazionale Anticorruzione circa 15 lavoratori hanno rifiutato il passaggio all’azienda subentrante che non garantiva l’applicazione del contratto Telecomunicazioni. Abbiamo quindi oltre cento tra lavoratrici e lavoratori dei territori di Crotone e Roma condannati alla disoccupazione per non aver ceduto al ricatto di mantenere il posto di lavoro a fronte di un taglio di salario e diritti, padri e madri di famiglia che hanno operato per anni al servizio di committenze pubbliche.

Uno scenario drammatico che probabilmente si ripeterà con i prossimi cambi di appalto di Istat e Sogei in programma a partire dalle prossime settimane.

Le Segreterie nazionali di Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil, UGL Telecomunicazioni in assenza di convocazione nel breve termine non esiteranno a mettere in campo iniziative di protesta innanzi le sedi deputate (Consip, Ministero Sviluppo Economico, Ministero del Lavoro e Ministero di Economia e Finanze) al fine di difendere il salario ed i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori coinvolti in questa annosa vicenda, ma soprattutto per preservare norme dello Stato conquistate per mettere in sicurezza un intero settore, la cui esistenza oggi è messa in pericolo proprio in un contesto di attività pubbliche.

Le scriventi organizzazioni sindacali dichiarano lo STATO DI AGITAZIONE in tutte le attività di customer care di attività pubbliche legate alla “Gara Consip – Contact Center”, riservandosi ulteriori azioni di lotta e protesta al fine di salvaguardare l’occupazione delle lavoratrici e dei lavoratori coinvolti.

Visto il disinteresse manifestato in questi mesi dai Ministeri coinvolti chiediamo l’intervento della Presidenza del Consiglio dei Ministri per impedire che un intero settore ripiombi nella deregolamentazione più totale, ritornando a caratterizzarsi come “giungla” in ambito contrattuale e drammi occupazionali nei cambi di appalto.

Chiediamo con forza e determinazione il rispetto delle norme e delle direttive conquistate, grazie anche all’ausilio delle istituzioni, che hanno permesso in questo ultimo biennio di salvaguardare ben ottomila lavoratori coinvolti nei cambi di appalto nel settore contact center.

Rimaniamo pertanto in attesa di Vostro riscontro che auspichiamo sia il più celere possibile in considerazione di quanto sopra esposto.

Roma, 1 ottobre 2020

Le Segreterie Nazionali
SLC-CGIL Fistel-CISL UILCOM-UIL UGL Telecomunicazioni

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