TIM: LANDINI, NO ALLO SCORPORO. DAL GOVERNO SERVE UNA STRATEGIA
"La grande mobilitazione di oggi delle lavoratrici e dei lavoratori di Tim non può rimanere senza risposta. Un processo di ristrutturazione che separi la rete dai servizi non sarebbe solo inusuale, ma comporterebbe un dramma occupazionale senza precedenti". Lo afferma in una nota il segretario generale della CGIL, Maurizio Landini.
"Siamo ancora una volta a un passaggio delicato e drammatico della storia di Tim e delle telecomunicazioni italiane. L'Italia - prosegue Landini - rischia di rimanere l'unica in Europa a non avere un operatore integrato di servizi e di rete e di perdere quell' "incumbent" indispensabile per traguardare il processo di cambio tecnologico e di digitalizzazione del nostro Paese".
"Il Governo - conclude la Landini - ha il dovere, più che occuparsi della dinamica di mercato, di immaginare la funzione strategica di Tim in Italia e in Europa."
TIM: SOLARI, UNO SCIOPERO PER IL FUTURO DEL PAESE
"Vogliamo che sia chiaro a tutti che stiamo discutendo della qualità della vita delle persone. E dell’inesigibilità di un diritto di cittadinanza, quello alla connessione."
Fabrizio Solari, Segretario Generale SLC CGIL, spiega così le ragioni dello sciopero nazionale di tutte le aziende del Gruppo TIM indetto per oggi, mercoledì 23 febbraio. Uno sciopero fuori dall'ordinario perché "lavoratrici e lavoratori incrociano le braccia da un lato per difendere l’occupazione, dall’altro per tutelare l’interesse generale del Paese."
Un Paese in cui "siamo davvero al paradosso: rischiamo infatti migliaia di licenziamenti nella maggior azienda italiana di TLC, quando nel resto del mondo questo è il settore che produce posti di lavoro, e pure qualificati."
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Sit-in di lavoratrici e lavoratori TIM davanti al Ministero dello Sviluppo economico
(clicca sull'immagine per guardare il video realizzato da Collettiva.it)
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SCIOPERO TIM, PARLANO I DELEGATI