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O.D.G. SU CANONE RAI IN BOLLETTA E FUTURO DELL’AZIENDA

Di seguito il testo dell'Ordine del Giorno votato dal 7° Congresso SLC-CGIL che si e' concluso ieri a Bergamo, in cui s'impegna l'intera CGIL a fare tutto quanto in proprio potere per assicurare un futuro a RAI, dopo la decisione del 9 febbraio del Governo di togliere il Canone RAI dalla bolletta elettrica a partire dal 2024.


Come opportunamente approfondito e argomentato durante i lavori di questo Settimo Congresso di SLC-CGIL, la Governance (il cui assetto è stato particolarmente peggiorato con l’ultima riforma del 2015), e le risorse, in particolare quello da Canone riscosso attraverso la bolletta elettrica, rappresentano i due maggiori elementi di criticità su cui si gioca il futuro di RAI e del Servizio Pubblico Radiotelevisivo del nostro Paese.

Proprio nella giornata di ieri, il Ministro Giorgetti, titolare del MISE, durante un’iniziativa di Partito, ha comunicato la decisione, spettante al suo dicastero, di voler togliere il Canone RAI dalla bolletta elettrica, in favore di non meglio specificate iniziative di riscossione da attuarsi attraverso modalità alternative.

Se questa decisione venisse confermata anche in sede istituzionale, si aprirebbe una fase di profonda incertezza e di grande instabilità per RAI, i cui effetti potrebbero mettere a rischio lo stesso futuro della più grande Azienda Culturale del nostro Paese.

Per questa ragione, il Settimo Congresso di SLC-CGIL, impegna gli organismi rappresentativi che saranno eletti da questo Congresso, ad adoperarsi presso le Istituzioni competenti, unitariamente con le altre sigle sindacali, al fine di evitare decisioni che potrebbero mettere a rischio il futuro della RAI.

La certezza delle risorse della RAI, non può passare attraverso i desiderata o i capricci del governo di turno, e deve essere svincolata dagli interessi di una politica molto attenta a occupare la RAI nelle posizioni di potere, ma poco attenta a svolgere quella funzione di indirizzo che le compete per legge. Uno stato di cose preoccupante e che dura da troppo tempo, come dimostra il pericoloso vuoto che si sta creando con la mancata ripresa dei lavori della Commissione di Vigilanza RAI che, dopo diversi mesi dal voto, ancora non si è convocata per mancanza di accordo fra le forze politiche presenti in Parlamento.

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