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Lo scorso 9 giugno, si è svolto il primo incontro presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali tra i rappresentanti aziendali di BT Italia assistita da Unindustria Roma, le Segreterie nazionali e territoriali di Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil e le RSU, relativamente alla procedura di licenziamento avviata dall’azienda lo scorso 6 aprile.

Tenuto conto che nei 45 giorni previsti dalla norma, per il confronto in sede aziendale, non è stato raggiunto un accordo, il Ministero ha chiesto chiarimenti e dettagli rispetto alle relative posizioni.

BT Italia ha ribadito quanto sostenuto nei precedenti incontri, ferma nel sostenere che qualunque strumento, su cui discutere e confrontarsi, risulterebbe inutile senza garanzie di una uscita certa, entro l'anno fiscale, dei lavoratori dichiarati in eccedenza.

Le organizzazioni sindacali, di contro, hanno ribadito la necessità di utilizzare tutti i possibili strumenti messi a disposizione da legge e contratto, per addivenire ad un accordo che, comunque, escluda i licenziamenti coatti.

Il Ministero del Lavoro, tenuto conto delle dichiarazioni al tavolo, ha illustrato le varie tipologie di ammortizzatori sociali, utili a rispondere alle esigenze aziendali soddisfacendo, al contempo, l'esclusione dei licenziamenti, come richiesto dal sindacato.

L'azienda BT Italia si è dichiarata disponibile a valutare la cassa integrazione per crisi per la durata di 6 mesi (1 luglio - 31 dicembre), con un utilizzo fino al 100% per le risorse che, dal prossimo mese, saranno in reparti privi di attività. In questo periodo azienda aprirebbe ad un incentivo all'esodo volontario, per poi procedere, al termine della cigs, con i licenziamenti coatti qualora non fosse raggiunto il numero di 128 uscite.

Le segreterie nazionali di Slc-Cgil, Fistel-Cisl, Uilcom-Uil hanno ribadito che non sono disponibili alla sottoscrizione di accordi che comunque prevedano licenziamenti coatti. La proposta aziendale non farebbe altro che rimandare, di soli sei mesi, il licenziamento delle lavoratrici e dei lavoratori che non aderiranno a misure di incentivazione all'esodo.

Le organizzazioni sindacali hanno dato apertura all'utilizzo della cassa integrazione e ad un sistema di incentivazione all'esodo, esclusivamente quali strumenti finalizzati alla chiusura definitiva della procedura di licenziamento in corso.

Registrando una apertura aziendale, il Ministero ha rinviato la parti ad un incontro conclusivo il prossimo 21 giugno, chiedendo ad azienda e sindacato di continuare a confrontarsi, nel frattempo, con l'obiettivo di trovare un equilibrio tra gli interessi posti in campo.

Le Segreterie nazionali di Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil auspicano che questi giorni siano utili a far riflettere l'azienda, su quale dramma sociale deriverebbe, nel continuare ad approcciarsi con mero approccio finanziario, dimenticando che all'obiettivo aziendale del taglio di costi corrispondono 128 persone, 128 famiglie, che dal 22 giugno si ritroverebbero senza occupazione.

Roma, 12 giugno 2023 

Le Segreterie Nazionali
SLC-CGIL, FISTEL-CISL, UILCOM-UIL

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