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(U.S. Slc Cgil) -Roma, 7 giu- “Ennesima azienda pubblica che viola una legge dello stato e condanna i lavoratori ad un destino indegno dell’Art.1 della Costituzione”. È quanto scrivono Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil in una nota congiunta in cui chiedono un incontro urgente al Ministero del Lavoro e al Ministero delle Imprese e del Made in Italy (Mimit) e denunciano la loro trascuratezza sulla vicenda degli appalti dei servizi di Customer care “che oramai non fa più notizia, persino quando si tratta di commesse pubbliche”.
L’ultimo caso in ordine temporale riguarda infatti le attività di assistenza clienti di ACI, azienda a partecipazione pubblica che, scrivono i sindacati “in totale violazione della normativa vigente in materia di cambi di appalto, con un puerile artefizio elude la clausola sociale e abbandona lavoratrici e lavoratori che per anni sono stati la voce di Aci nel rapporto con i propri clienti”.
Slc Fistel e Uilcom informano che nei giorni scorsi ACI ha formalmente comunicato a Teleperformance -che occupa circa 60 addetti sulla commessa tra Taranto e Roma- la disdetta del contratto di fornitura per i servizi customer care redistribuendo le attività tra “altre società non attive sul territorio italiano o comunque non radicate sul territorio della regione Lazio”.
Un fatto lascia i sindacati perplessi: “viene il dubbio che ACI possa ritenersi non soggetta alla legislazione ed alla normativa vigente in Italia” scrivono Slc Fistel e Uilcom mentre chiedono al Governo coerenza “nella sensibilità verso il principio del made in Italy, inscritto nella denominazione di un dicastero e ribadito a più riprese. “Un principio che -sottolineano- non può ammettere che attività di commesse pubbliche vengono delocalizzate all’estero, mettendo a rischio l’occupazione di lavoratrici e lavoratori italiani”.

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