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(U.S. Slc-Cgil) Roma, 30 ott – «Ora basta!». Riccardo Saccone, segretario nazionale Slc-Cgil, sbotta su Tim: «dov’è finito il punto nodale di questa vicenda, la difesa del lavoro e dell’occupazione?». Una domanda polemica che sottende l’accusa di aver trasformato tutto in una gigantesca operazione finanziaria.

Rispetto a quanto in discussione in queste ore, «temiamo che presto i conti aziendali mettano tutti dinanzi a ben altre urgenze» – avverte il dirigente sindacale.

«Il contratto di espansione ormai non esiste più. Ignoto il destino del Fondo Nuove Competenze che servirebbe proprio alle politiche attive. La base esodabile a cinque anni si esaurirà già con le uscite di novembre 2023. Qualsiasi strumento di uscita volontaria – tira le somme Saccone – dovrà necessariamente traguardare i sette anni per avere una qualche efficacia».

«Pretendiamo che il governo intervenga, anzitutto riaprendo il confronto col sindacato su come affrontare i contraccolpi occupazionali di questa vicenda, qualsiasi sia la scelta che verrà fatta – precisa Saccone – Non c’è più tempo da perdere».

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