DOCUMENTO CONCLUSIVO DEL 7° CONGRESSO NAZIONALE SLC CGIL
Bergamo, 7 - 8 - 9 febbraio 2023
Il Congresso approva la relazione del Segretario Generale, assume il dibattito e le conclusioni del Segretario Confederale Emilio Miceli.
Il VII Congresso della SLC CGIL si celebra di fatto al compimento del primo anniversario dell’aggressione dell’Ucraina da parte della Russia. Ad un anno dall’inizio del conflitto appare ancora lontana una soluzione negoziale dello stesso. Il Congresso ribadisce l’assoluta necessità che si arrivi finalmente ad un cessate il fuoco che rimetta gli organismi Internazionali, ad iniziare dalla Comunità Europea e dalle Nazioni Unite, al centro di un rinnovato sistema di cooperazione e sviluppo che metta nuovamente al bando la Guerra come opzione di confronto fra stati e popoli. Il costo di una guerra insensata, come tutte quelle presenti oggi nel mondo sta drammaticamente ricadendo sulle spalle delle popolazioni direttamente coinvolte e delle lavoratrici e dei lavoratori che pagano le ricadute dei conflitti.
La SLC CGIL si impegna a promuovere quotidianamente una cultura ed un linguaggio della parità di genere e di lotta a qualsiasi forma di discriminazione. Occorre andare oltre gli “obblighi” statutari e lavorare affinché si diffonda una cultura, anche organizzativamente, che faccia del rispetto la cifra di tutte le nostre azioni.
Anche la SLC CGIL si ritiene costantemente impegnata, ad ogni livello organizzativo, a promuovere una coscienza antifascista, nel rispetto dei valori della Costituzione nata dalla Guerra di Liberazione. Essere antifascisti e contro una cultura della sopraffazione e degli egoismi significa anche riportare in ogni luogo di lavoro le persone, con i loro diritti e le loro speranze, al centro delle politiche sindacali e rivendicative dopo anni di politiche di svalutazione del lavoro.
SLC CGIL promuove iniziative a sostegno delle donne iraniane e del popolo iraniano tutto impegnato, a costo della vita, a difendere la propria libertà politica e di espressione.
Nella contrattazione occorre sviluppare una forte attenzione a tutte le azioni che prevengano ogni forma di isolamento e violenza di genere. Soprattutto in un contesto di forte diffusione di forme di remotizzazione, massima attenzione dovrà essere posta a questi temi, prevedendo specifici percorsi relazionali e strumenti di intervento che permettano che il nuovo modello organizzativo sia per tutte e tutti una occasione di crescita e sviluppo.
La SLC CGIL si impegna a favorire la contrattazione territoriale al fine di conquistare maggiori strumenti di welfare sociali.
La SLC CGIL condanna le campagne xenofobe del Governo e sostiene politiche di accoglienza che strappino migliaia di donne e uomini dalle mani della malavita che li sfrutta nel lavoro irregolare.
La SLC CGIL si impegna a mettere in campo politiche che favoriscano la transizione ecologica, una differente cultura del territorio e dell’ambiente. Questi anni di grandi cambiamenti hanno introdotto modelli organizzativi che, ad iniziare dal lavoro agile, possono modificare il rapporto fra luogo di lavoro e ambiente. Oggi più che mai anche nelle politiche contrattuali occorre mettere in campo iniziative a favore di una mobilità sostenibile ed un consumo più consapevole e responsabile. Occorre saper coniugare in una chiave positiva e di progresso lo sviluppo tecnologico e scientifico con una maggiore consapevolezza ambientale.
La SLC CGIL ritiene strategico un rapporto sempre più stretto con il Sindacato Europeo, anche rafforzando il ruolo dei Cae e realizzandoli in tutte le realtà multinazionali, per affrontare le sfide che riguardano tutti i settori della categoria e che sempre più avranno una dimensione internazionale.
Gli anni compresi dall’ultimo congresso ad oggi sono stati caratterizzati da eventi eccezionali. L’ultimo triennio è stato completamente assorbito dall’emergenza sanitaria. A febbraio del 2020 il Paese si è trovato improvvisamente coinvolto in una crisi inimmaginabile che ha sconvolto di fatto tutte le certezze. Nel giro di poche settimane un sistema fortemente sbilanciato a favore di un modello liberista che relegava l’intervento pubblico in un ruolo sempre più marginale è stato letteralmente travolto. Il sistema Sanitario Nazionale, già penalizzato da anni di tagli lineari e progressive privatizzazioni spesso insensate, insieme ad un modello fortemente regionalizzato che ha anch’esso mostrato tutti i suoi limiti e contraddizioni in termini di coesione sociale e territoriale, ha saputo trovare la forza di reagire alla crisi solo grazie all’abnegazione delle migliaia di lavoratrici e lavoratori che, spesso in condizioni di assoluta emergenza, hanno saputo evitare il collasso totale. La crisi pandemica ha evidenziato, al di la di ogni dubbio, i limiti oggettivi di decenni di depotenziamento del ruolo dell’intervento pubblico nei settori strategici del Paesi. Il neoliberismo e l’idea che il solo mercato potesse essere in grado di regolare tutto hanno mostrato tutti i loro limiti e la loro l’incapacità di garantire uno sviluppo armonico ed inclusivo. In questi mesi il Paese ha toccato con mano i danni dell’assenza di un “progetto Paese”, soprattutto nelle infrastrutture strategiche.
Dopo almeno un decennio di Governi “istituzionali” le elezioni del settembre 2022 hanno restituito un quadro politico nuovo. Oggi abbiamo di fronte un governo politico di destra che, già dalle prime misure di carattere economico, sta evidenziando un chiaro orientamento verso una costituzione di un preciso blocco socio economico. Anche attraverso precise scelte in materia di politica fiscale, a partire dalla flat tax, sembrano voler andare nella direzione di un indebolimento dei contratti nazionali come strumento di regolazione collettiva dei diritti e delle condizioni economiche. In questo quadro la possibile riforma costituzionale dell’Autonomia Differenziata costituisce un ulteriore, pericoloso, passo verso una destrutturazione, a questo punto anche costituzionale, dell’unità del Paese.
Il Congresso della SLC CGIL ritiene invece che occorra continuare, a partire dai settori della categoria, con la riunificazione del mondo del lavoro, superando la stagione della frammentazione delle filiere, riunificando i settori produttivi in una logica di inclusività e rappresentando il lavoro in tutte le sue forme compreso quello autonomo. Bisogna estendere i diritti e superare la precarietà quale forma di organizzazione primaria del lavoro. A riguardo la SLC CGIL rinnova il proprio impegno a difesa dei Contratti Collettivi Nazionali come strumento regolatorio. Occorre continuare a perseguire la strada della ricomposizione dei CCNL in una logica di rappresentazione delle filiere produttive, anche e soprattutto alla luce delle profonde novità introdotte dalla transizione digitale.
La SLC CGIL ritiene indispensabile, oggi a maggior ragione, una legge sulla rappresentanza che dia piena attuazione all’Articolo 39 della costituzione. La ricomposizione del mondo del lavoro, anche naturalmente nella nostra categoria, passa necessariamente dal contrasto al dumping contrattuale ed ai CCNL di comodo.
La lotta alla precarietà ed alla svalorizzazione del lavoro come leva di competitività passa anche per una rigorosa attenzione alla sicurezza. Per SLC CGIL occorre agire su più piani paralleli:
- Intensificare l’azione di vigilanza e denuncia per il pieno rispetto della normativa riguardante la sicurezza e la prevenzione da qualsiasi forma di disagio legata all’attività lavorativa.
- Occorre promuovere, anche attraverso la contrattazione, una cultura della sicurezza e della prevenzione. E’ intollerabile che vi sia una sorta di assuefazione al tragico bollettino quotidiano degli incidenti sul lavoro. SLC CGIL si impegna a promuovere in tutte le realtà della federazione spazi di confronto e formazione per gli RLS e le RSA\RSU affinché l’attività sindacale quotidiana sia costantemente incentrata su una cultura del buon lavoro e del rispetto delle regole.
- Lavorare, di concerto con le Confederazioni e le Istituzioni, a momenti di verifica e confronto sul sistema degli appalti e della legalità anche in previsione della gestione dei fondi del PNNR.
I processi di digitalizzazione stanno apportando dei veri e propri stravolgimenti in tutti i settori rappresentati dalla categoria. Come già indicato fra le priorità politiche dello scorso Congresso, oggi più che mai la SLC CGIL dichiara la necessità di aprire un ragionamento confederale non già sui soli perimetri contrattuali, lavoro comunque sempre più urgente, ma sul più generale tema dei modelli produttivi alla luce della pervasività “orizzontale” delle nuove tecnologie digitali.
La Slc Cgil prosegue nel contrasto alla frammentazione delle filiere produttive e all’illegalità presente negli appalti. I cicli produttivi sono sempre più frammentati attraverso un massiccio ricorso alla terziarizzazione. Nella contrattazione quotidiana SLC CGIL deve continuare a mettere in campo azioni di inclusività che abbiano per primo l’obiettivo della riduzione della precarietà e la stabilizzazione delle lavoratrici e dei lavoratori interessati, sia attraverso percorsi che possano prevedere internalizzazione del lavoro, sia attraverso il pieno rispetto dei Contratti Nazionali di Lavoro, nella convinzione che il contratto subordinato debba continuare ad essere la forma naturale di rapporto di lavoro.
Occorre riflettere sui modelli di rappresentanza alla luce del cambiamento dei modelli produttivi e dei profondi cambiamenti professionali. La contrattazione collettiva deve saper rappresentare non solo le professionalità conosciute ma sempre più quei mondi, spesso “informali” e “fintamente autonomi” che, soprattutto nella produzione dei contenuti e nella produzione e gestione dei dati, costituiscono una parte sempre più preponderante delle nostre filiere. Bisogna superare quel dualismo del mercato del lavoro che, riconducendo i diritti alle sole forme contrattuali esistenti e non già in capo alle persone, nello spirito della Carta dei Diritti che SLC CGIL ritiene punto di riferimento nelle proprie politiche contrattuali, crea di fatto forme intollerabili di sperequazione di trattamenti ,quando non di vere e proprie forme di “caporalato digitale”.
In questi tre anni complessi i settori rappresentati dalla SLC CGIL sono stati l’avanguardia della digitalizzazione forzata dagli effetti della pandemia. Non c’è un solo ambito della categoria che non abbia risentito fra i primi nel Paese dei contraccolpi del confinamento forzato. I processi di remotizzazione di ampie porzioni di attività lavorative hanno mostrato nello stesso tempo le enormi potenzialità di questa rivoluzione insieme alle fragilità di sistema che la SLC CGIL ha denunciato già nello scorso Congresso.
La fase di profonda trasformazione dei settori si lega agli effetti provocati dai riverberi della crisi internazionale. La recrudescenza del fenomeno inflattivo rischia di saldarsi con un progressivo rallentamento della produzione. E’ indispensabile mettere in campo politiche rivendicative che sappiano dare risposte effettive all’urgenza di recuperare il potere di acquisto reale dei salari. Questa rivendicazione va accompagnata da un lavoro, altrettanto urgente, che riporti le professionalità dei nostri settori nella fascia alta della catena del valore, riassegnando alle realtà produttive rappresentate dalla nostra categoria quella centralità che occupano nel resto d’Europa.
La SLC CGIL ritiene ormai non più eludibile aprire un confronto sulla riduzione dell’orario di lavoro, partendo in alcune realtà della categoria da un lavoro di vera e propria definizione della prestazione giornaliera. Anche tenendo conto della trasformazione dell’organizzazione del lavoro apportata dai processi di digitalizzazione e dal massiccio ricorso a forme sempre più diffuso di lavoro ibrido (smart working), sono ormai maturi i tempi per forme sperimentali di riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario e di una diversa articolazione oraria della settimana lavorativa, sia come risposta ad una maggiore conciliazione dei tempi di vita e di lavoro sia come diretta conseguenza della maggiore incidenza delle tecnologie sui cicli produttivi.
Il Congresso ritiene che la mobilitazione della Categoria sul tema della “Rete unica” non riguarda solo i destini di un azienda o di un comparto ma parla di fatto del modello di sviluppo dell’intero Paese. A seconda della strada che si intraprenderà tutti i nostri comparti potranno uscirne con prospettive di evoluzione futura o lo spettro di venir confinati dalla “parte sbagliata della storia. Per nessuno dei settori della SLC CGIL sarà indifferente se l’Italia si doterà di una infrastruttura moderna di comunicazione. Il mondo della produzione culturale, dell’Editoria, dei servizi postali e, naturalmente, delle Telco e i Broadcaster pubblici e privati sono ad un bivio. Solo con un progetto di sviluppo tecnologico reale avremo la possibilità di governare con la contrattazione i processi di crescita professionale che garantiscano l’occupabilità in realtà che si trasformano ad una velocità inedita. Il nuovo Governo, al di là di un iniziale attivismo verbale, non sembra discostarsi dall’impostazione tenuta dalla politica fino ad oggi.
La SLC CGIL ritiene ancora indispensabile garantire, attraverso la presenza attiva di capitali pubblici, l’esistenza di un campione nazionale in un settore strategico quale quello delle Telecomunicazioni. Parimenti occorre rilanciare il ruolo dello Stato in settori quali il Servizio Pubblico radiotelevisivo, postale, tutto il mondo dell’informazione, dello spettacolo e della cultura quali elementi fondanti della vita democratica e sociale del Paese.
La SLC CGIL continuerà a sostenere con tutti gli strumenti, inclusa la mobilitazione, tutti i percorsi legislativi in corso indispensabili al governo di una transizione dei cicli produttivi che garantisca la qualità e stabilità del lavoro (nuova legge sull’Editoria, legge per la riforma dello Spettacolo, e la riforma del lavoro sportivo). SLC CGIL sostiene tutte le azioni che portino il Paese a sviluppare una politica industriale ed energetica a sostegno del sistema manufatturiero ed industriale presente anche nella categoria , sistema che sta pagando un prezzo altissimo dall’assenza di politiche industriali di sviluppo.
Il Congresso della SLC CGIL ritiene ancora strategico per il prossimo quadriennio sviluppare in tutti i settori politiche condivise che presidino i processi formativi sia a livello aziendale che a livello di comparti. La formazione continua rimane lo strumento principale per governare positivamente i processi di trasformazione e riorganizzazione derivanti dall’innovazione tecnologica, pertanto essa assume una particolare rilevanza a tutela dell’occupazione e delle professionalità. A questo riguardo il Congresso considera positivo il raggiungimento dell’accordo sulla costituzione del “Fondo di settore delle TLC” quale strumento di gestione della transizione digitale del settore, il rilancio di “Asfor cinema” come strumento di promozione delle professionalità nello spettacolo, la valorizzazione dell’Ente Bilaterale di Formazione Professionale (ENPIG).
La SLC CGIL si impegna a sviluppare e consolidare il ruolo della bilateralità nei CCNL di tutti i settori di pertinenza della categoria.
Il Congresso ribadisce il massimo impegno di tutta la SLC CGIL per i prossimi rinnovi delle RSU che, ad iniziare da Poste Italiane, vedranno coinvolti nei prossimi mesi decine di migliaia di lavoratrici e lavoratori delle maggiori imprese della categoria. SLC CGIL deve farsi promotrice di una riflessione, anche con la Confederazione, su come conciliare la partecipazione al voto con i processi di remotizzazione.
Il congresso esprime la volontà di dotare la SLC CGIL di un luogo di approfondimento e di studio che aiuti la categoria nell’analisi dei processi in corso e dei cambiamenti di tutti i settori. Un luogo che possa fornire strumenti di riflessione per il dibattito su comparti della categoria e strategici per l’intero Paese.
I cambiamenti dei modelli produttivi in corso nei settori non possono non essere accompagnati da una analoga trasformazione organizzativa della categoria. Ribadendo la convinzione che la SLC CGIL debba essere fra le promotrici del ragionamento sui nuovi assetti organizzativi della Confederazione, da perseguire mediante un disegno organico di ricomposizione delle filiere produttive, il congresso della SLC conferma l’esigenza di continuare il percorso di cambiamento degli assetti organizzativi interni finalizzato alla messa in sicurezza della Federazione ed al rafforzamento dei presidi territoriali tale da favorire maggiore disponibilità di risorse. A riguardo il congresso indica la necessità di continuare con le sperimentazioni di accorpamenti e/o regionalizzazioni o accorpamenti tra regioni limitrofe o anche possibili intrecci tra le strutture di capoluogo di regione ed il livello regionale corrispondente finalizzati a meglio rappresentare tutte le realtà della categoria e ad ottimizzare le risorse ad oggi disponibili, anche in considerazione dei processi di ristrutturazione che potranno interessare settori particolarmente importanti in termini di risorse.
A riguardo il Congresso approva la volontà di riorganizzare l’assetto della struttura nazionale che, a tendere e seguendo le naturali scadenze dei mandati complessivi delle e degli attuali componenti la Segreteria Nazionale, e tenendo conto di eventuali esigenze che dovessero nel frattempo presentarsi, prevede un differente assetto politico/organizzativo che ridurrà, nei modi e tempi sopra descritti, il numero dei componenti la Segreteria Nazionale, sempre nell’ottica di aumentare le risorse sul territorio e sviluppare proselitismo e rappresentanza, con una ripartizione delle responsabilità operative verticali sui funzionari dell’apparato nazionale.
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