Vorrei innanzi tutto ringraziare i nostri ospiti, i tanti rappresentanti delle aziende del settore, delle diverse associazioni imprenditoriali, gli amici e compagni delle altre organizzazioni sindacali, e poi tutti voi, compagne e compagni, delegati frutto delle circa 1500 assemblee svolte dalla nostra categoria che hanno coinvolto fisicamente quasi 50.000 lavoratrici e lavoratori.
Sottolineo la parola “fisicamente” perché viviamo ormai sommersi dalla retorica di chi predica ad ogni piè sospinto la necessità di allargare la democrazia e la partecipazione salvo poi ridurla ad un click riservato ad una ristretta cerchia di adepti o, ancora peggio, di chi si appropria del diritto di rappresentare una maggioranza non meglio determinata assecondando i peggiori istinti di una comunità sempre più frammentata, impoverita, impaurita da un cambiamento che sta subendo senza comprenderne né le ragioni né gli esiti finali.
Parlare “fisicamente” con decine di migliaia di persone, saperli ascoltare, rispondere alle critiche e spiegare i fatti, dichiarare una scelta e chiedere il loro giudizio significa riaffermare un modello democratico basato su una delega consapevole, su una partecipazione informata, su un reale coinvolgimento che implica la assunzione di responsabilità degli effetti delle scelte che si compiono.
Noi sappiamo bene che tutto ciò comporta uno sforzo organizzativo lungo e faticoso, a volte persino noioso e ripetitivo, ma sappiamo anche che questo sforzo costituisce un grande momento formativo destinato ad alimentare l’educazione alla democrazia.
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