“È da più di un anno, da quando il Governo ha sottratto alla Rai 150 milioni di euro del canone per riversarli nel calderone della legge di stabilità, obbligando di fatto la Rai a vendere una parte della proprietà di Rai Way, quotandola in borsa, che si annuncia la grande riforma del servizio pubblico radio televisivo.” Così una nota di Slc Cgil nazionale.
“In realtà, poco prima della scadenza ventennale della concessione di servizio pubblico, la Rai non ha ricevuto alcuna garanzia per il suo futuro, se non le dichiarazioni di esponenti del Governo – prosegue la nota. In un anno, al di là di una debole discussione non ancora approdata in aula parlamentare su un parziale ed inefficace cambiamento nella Governance, il governo e la sua maggioranza non sciolgono nessun nodo fondamentale sul futuro della più grande azienda culturale del paese.”
“Nulla sulla concessione di servizio pubblico.
Nulla sulla congruità del finanziamento pubblico.
Nulla sul testo che dovrà indicare la mission del servizio pubblico radio televisivo.”
“In aggiunta va detto che l'operazione di Rai Way è stata solo finanziaria, ha portato soldi in cassa, pochi e subito, senza dare vita a un programma di investimenti e senza immaginare partnership tecnologiche e/o commerciali.”
“La cosa incomprensibile – conclude la nota - è che mentre il Governo per la Rai immagina ulteriori ridimensionamenti produttivi, i competitors a livello nazionale costruiscono convergenze tecnologiche e di contenuti con grandi gruppi per occupare importanti quote di mercato. Preoccupano inoltre le affermazioni del governo sul futuro del servizio pubblico regionale.”
“Su tali questioni che sono di assoluta rilevanza per il sistema paese, il Governo dovrebbe avviare una pratica di ascolto con le parti sociali.”