Roma, 15 marzo 2021
SANREMO: IL FESTIVAL IMPERFETTO DELLA VALORIZZAZIONE DEI LAVORATORI DELLA RAI!
Il Festival di Sanremo, grande e riuscita prova dell'orgoglio Rai, ha però reso evidente la situazione di caos in cui versa l’azienda.
È in occasione del Festival che infatti si dimostra la grande professionalità delle maestranze RAI, quelle che permettono la riuscita di questo evento complicatissimo. Nonostante questo, anche in occasione di Sanremo, abbiamo assistito all'utilizzo smodato di appalti e collaborazione esterne.
Come hanno giustamente stigmatizzato le RSU del CPTV di Roma, ci si chiede il motivo per cui alcune figure professionali sono state pescate fuori dai confini aziendali, con uno spreco di denaro pubblico e mortificando le professionalità presenti in Rai, che al contrario hanno dimostrato con i fatti di poter svolgere la stessa mansione con altrettanta professionalità e a costi assai più contenuti, gestendo e coordinando tutta la macchina creativa e operativa. La domanda è essenziale perché, al netto dell’eventuale rapporto fiduciario con gli artisti, o peggio con gli Agenti degli Artisti, queste decisioni gettano un’ombra sulla reale volontà aziendale di rilancio del settore. Questo modus operandi non farà altro che rendere i professionisti interni dei perfetti burocrati lasciando di fatto le competenze più squisitamente artistiche a colleghi esterni scelti di volta in volta da star o produzioni.
Questo accavallamento pericoloso tra esterni e interni si registra comunque anche in altri ambiti. La regia, ad esempio, quando svolta da lavoratori e lavoratrici interni, sempre più spesso viene supervisionata da collaboratori esterni con funzioni non meglio specificate. Secondo quale assurdo assioma un regista esterno dovrebbe avere capacità superiori in termini assoluti, non è dato sapere. Del resto è sotto gli occhi di tutti come i nostri registi, quando messi in condizioni di poter lavorare, raccolgano successi sia in termini di ascolti che di gradimento da parte delle reti. Ma Rai, o alcune direzioni, sembrano non avere dubbi in materia.
Sarebbe ora di conoscere i nomi dei responsabili che prendono tali decisioni. Chiedere loro le motivazioni e capire se realmente siano a conoscenza delle potenzialità dell’azienda. Il dubbio balla tra l’ignoranza delle forze a disposizione e l’incapacità di gestirle adeguatamente. E tra le due ipotesi, non sarebbe facile scegliere la peggiore.
L’inevitabile conclusione è che la RAI non potrà mai convincerci che si stanno valorizzando le risorse interne, né tantomeno che sta risparmiando sui costi di produzione.
Per queste ragioni, nel caso non si assista a un cambio di passo convincente su questi temi, le OO.SS. metteranno in campo tutte le iniziative possibili a tutela del lavoro, e delle lavoratrici e dei lavoratori Rai.
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