“Grande attenzione alla situazione del servizio pubblico in Italia, giunto allo snodo fondamentale del rinnovo del contratto di servizio, nella prospettiva più ampia dei broadcasters pubblici europei che vedono minacciato il proprio apporto al pluralismo dell’informazione, oltre che la loro stessa identità. In questa direzione, il gravissimo attacco alla ERT, rappresenta l’esempio più grave di attacco al pluralismo, contro il quale anche Slc Cgil si è mossa, un attacco giunto al punto di mettere in discussione la stessa esistenza della tv pubblica in Grecia.” Questa l’introduzione dell’intervento di Barbara Apuzzo, segretaria nazionale Slc Cgil, nel corso dell’incontro dei sindacati di categoria SLC CGIL, FISTEL CISL, UILCOM UIL e Usigrai con Ingrid Deltenre, Direttore Generale European Broadcasting Union EBU – UER avvenuto subito dopo la sua audizione odierna in commissione di vigilanza Rai sul tema del rinnovo del Contratto di Servizio Rai-Stato 2013-2015, audizione esplicitamente richiesta dai sindacati nel corso della loro audizione del 19 novembre scorso. Apuzzo ha anche ringraziato Ingrid Deltenre per aver ricordato, nel corso dell’audizione, la grande professionalità dei lavoratori Rai che contribuiscono alla creazione di prodotti di qualità.
“All’ordine del giorno della discussione sulla Rai – ha proseguito Apuzzo - vi sono temi molto specifici che vanno necessariamente inseriti nella cornice più ampia di una profonda riflessione sul servizio pubblico radio-televisivo.
Temi che riguardano la sua funzione, la definizione dei perimetri aziendali, il rischio della privatizzazione parziale o totale degli asset e infine la reale indipendenza dal potere politico per garantire trasparenza e rispetto del pluralismo, sotto tutti i suoi aspetti.”
“Ci preoccupa in modo particolare l’eventuale applicazione del bollino blu per indicare i programmi finanziati con i proventi del canone e l’esclusione dei programmi di intrattenimento – ha concluso la sindacalista. Il servizio pubblico è unico ed indivisibile, in tutta la sua programmazione perché, anche nell’intrattenimento, prevede a monte la scelta di ciò che può essere trasmesso e di ciò che va tralasciato, rispondendo a principi precisi. Chiarito questo, è evidente che insistere con l’idea di applicare il bollino blu avrebbe come unico effetto quello di ridimensionare la Rai.
Altro pericolo è rappresentato dall’introduzione del concetto di “scadenza” della concessione in sostituzione di quello che fino a poco tempo fa veniva indicato come rinnovo. Anche su questo argomento si giocherà un importante confronto a tutela della principale azienda culturale del paese che, lo ricordiamo, dà lavoro a 13.000 dipendenti”.