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Spett. le MEDIASET S.p.A.

Spett. le Digital News Gathering s.r.l.

Da mesi sollecitiamo un intervento e un’assunzione di responsabilità del gruppo Mediaset nei confronti della società D.N.G., alla quale la società Videotime Spa ha ceduto il 1 agosto 2012 un ramo d’azienda costituito dall’organizzazione di personale (72 lavoratori), impianti, beni attrezzature e diritti dislocati presso le sedi di Torino, Genova, Bologna, Ascoli, Bari, Venezia, Firenze, Napoli, Cagliari e Palermo. Come abbiamo più volte avuto modo di ricordare, l’accordo quinquennale tra le due aziende, garantiva ai lavoratori condizioni e sedi di lavoro invariate e, nello specifico al punto 5 del verbale di accordo, era prevista una clausola sociale a garanzia dell’occupazione nel caso in cui “sorgessero problematiche derivanti dallo scioglimento della società cessionaria o comunque venissero attuati licenziamenti collettivi nei confronti delle persone interessate al trasferimento di ramo d’azienda…”.
Non sono infatti a nostro avviso legittime le procedure adottate da D.N.G. srl, relativamente ai licenziamenti individuali dei cinque coordinatori di sede (ottavo livello quadro), presenti su Cagliari, Napoli, Bari, Ascoli Piceno e Venezia, configurandosi per i numeri dei lavoratori interessati alla procedure avviate unilateralmente, così come stabilito dalle norme, un licenziamento collettivo.

Ebbene, a due anni dalla sottoscrizione di quell’accordo, le violazioni registrate hanno superato ogni immaginazione oltre che ogni limite ma duole evidenziare che queste vanno di pari passo con l’indifferenza mostrata dal gruppo Mediaset nei confronti dei lavoratori ceduti, nonostante le nostre puntuali denunce e le nostre innumerevoli richieste di incontro e di intervento per la parte di propria responsabilità e competenza. Mediaset ha lasciato licenziare i suoi ex lavoratori senza neanche presentarsi al tavolo sindacale, lasciando che i lavoratori licenziati da D.N.G. si aggiungessero a quanti (tanti) nel corso degli ultimi quattro anni sono fuoriusciti dal gruppo senza apparenti operazioni traumatiche . E’ bastato infatti l’incentivazione all’esodo per farne uscire una buona parte, mentre altri sono passati, tramite cessioni di ramo d’azienda, in veri e propri “contenitori” come nel caso di Pragma oltre che di DNG. La forma però, come abbiamo già avuto modo di evidenziare, non può cambiare la sostanza, dal momento che tra le società esterne e Mediaset ci sono contratti commerciali milionari che avrebbero dovuto dare garanzie, per almeno cinque anni sia ai lavoratori che alle aziende. Gli accordi di armonizzazione sottoscritti con i sindacati al momento della cessione di ramo prevedevano infatti la presenza di Mediaset in qualità di garante sul futuro industriale ed occupazionale delle esternalizzate, e questo punto noi lo rivendichiamo con forza. Sottraendosi fino ad oggi al confronto Mediaset ha perso un’occasione importante per mostrare la sua estraneità e la sua non condivisione rispetto a quanto sta accadendo e il perdurare di questo atteggiamento sta consolidando l’idea che si tratti della scelta precisa di portare fuori dal perimetro Mediaset parte del personale per poi far si che a disfarsene sia qualcun altro. Naturalmente si tratta di una concezione fantasiosa oltre che distorta dei processi riorganizzativi, rispetto alla quale Slc Cgil opporrà resistenza in tutti i modi e le forme possibili, valutando fin d’ora una possibile azione legale per frode alla legge.

La Segretaria Nazionale Slc Cgil
Barbara Apuzzo

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