“L’intermediazione del diritto d’autore vede da un lato i fornitori dei contenuti/gli utilizzatori delle opere (che hanno l’interesse a pagare il meno possibile per l’utilizzo o la trasmissione dei contenuti prodotti dall'altrui ingegno) e dall'altro lato chi invece quei contenuti li ha creati (e vorrebbe essere correttamente remunerato per il loro utilizzo). Poiché si tratta di un rapporto diseguale, l’unica possibilità che hanno gli autori di ottenere un equo compenso, è associarsi per poter disporre di una forza contrattuale assicurata dalle dimensioni del repertorio negoziabile. Più ampia è l’aggregazione, più forte può essere la tutela del diritto d’autore. Per questa ragione le società di intermediazione operano, quasi ovunque, in condizioni di esclusività, di diritto o di fatto.” Così una nota di Slc Cgil nazionale a proposito delle sollecitazioni dell’Antitrust sul “monopolio Siae”.
“Anche negli Stati Uniti dove - caso praticamente unico al mondo- esiste una pluralità di soggetti, è in corso un processo di razionalizzazione e di accorpamento, richiesto espressamente dal Copyright Office per far fronte alle criticità di gestione emerse negli anni (la tutela dei “piccoli” praticamente non esiste).”
La Direttiva Barnier, che l’Italia deve recepire – prosegue la nota - detta le regole alle quali le Società di collecting devono attenersi. Essa non raccomanda né un modello monopolistico né un modello oligopolistico, a livello nazionale, bensì la creazione di un contesto europeo di regole stringenti quanto ad organizzazione, rappresentanza della base associativa, trasparenza, efficienza nel funzionamento e nella rendicontazione delle Società di collecting. Queste inoltre dovrebbero cooperare e scambiarsi informazioni, al fine di raggiungere meglio il loro scopo statutario: la miglior intermediazione possibile dei diritti dei propri associati.”
“Al contrario la parcellizzazione dei repertori e dei servizi – sottolinea il comunicato - potrebbe portare al paradosso che, per l’utilizzo di una sola opera, che abbia diversi co-autori iscritti a diverse società di collecting, l’utilizzatore debba trattare diverse licenze, remunerando i co-autori in maniera diversa l’uno dall'altro.”
“In Italia è già possibile analizzare quanto si è generato con la pur recente introduzione della concorrenza nella gestione dei diritti connessi (quelli degli artisti interpreti-esecutori). Infatti, allo stato attuale, a seguito della liberalizzazione, sono almeno quattro i soggetti privati che si contendono a suon di carta bollata la gestione dei diritti connessi, tra ingiunzioni in Tribunale, contestazioni di effettiva rappresentanza, azioni cautelari e quant’altro. Chi ne fa le spese sono gli artisti interpreti esecutori, che dispongono di minor forza contrattuale nei confronti degli utilizzatori.”
“Non sembra questo lo spirito della Direttiva Barnier, che infatti, a proposito di semplificazione delle licenze multi territoriali per la musica on line, specifica: “è inoltre necessario che le disposizioni in oggetto istituiscano un quadro per agevolare l’aggregazione su base volontaria di repertori e diritti musicali, riducendo così il numero di licenze necessarie ad un utilizzatore per prestare un servizio a livello multi territoriale e multi repertorio”.
“Slc Cgil ritiene – conclude la nota - che, nella situazione italiana, sia certamente più efficiente che ad occuparsi di intermediazione dei diritti d’autore, sia un unico soggetto (la Siae, Ente Pubblico a base associativa) dove le regole siano stabilite dagli Autori e dagli Editori, nel pieno rispetto delle prescrizioni della Direttiva Barnier. Un Ente senza fini di lucro, il quale sia tenuto ad occuparsi di tutti i repertori, raccogliendo e ripartendo i proventi per tutti; che rappresenti uno “sportello unico” per gli autori e per gli utilizzatori, con regole certe ed improntate alla migliore tutela di tutti gli autori; che persegua la migliore gestione finanziaria di tutte le proprie attività , ma che non possa porre quale condizione della propria efficace azione a tutela del diritto d’autore la mera convenienza economica. “
“Quindi sì a una riforma Siae che vada in tal senso. No ad affrontare l’intermediazione del diritto d’autore e dei diritti connessi come un mercato uguale agli altri.”