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Produzione culturale

Egregio Sig.
Ministro dello Sport e delle Politiche Giovanili
Dott. Vincenzo Spadafora
Al Ministero dello Sport e delle Politiche Giovanili

Roma, 20 aprile 2020

Oggetto: Proposte per lo sport e il lavoro sportivo – Richiesta di incontro

Egregio Sig. Ministro,

SLC-CGIL, FISASCAT-CISL, UILCOM-UIL, in rappresentanza dei lavoratori, e Confederazione dello Sport - Confcommercio Imprese per l’Italia, per la parte datoriale, quali organizzazioni maggiormente rappresentative del settore, si pregiano di inviare alla Sua attenzione i dati che ci sono stati forniti, lo scorso anno, dall’INPS all’inizio delle trattative per il rinnovo contrattuale degli operatori dello sport (Allegato1).

Nel documento allegato si evidenzia che il contratto sottoscritto nel 2015 dalle scriventi Organizzazioni ha prodotto nel settore di riferimento la creazione di oltre 10.000 posti di lavoro, già nel primo triennio di applicazione, e attualmente è l’unico contratto collettivo nazionale applicato.

Quest’ultimo costituisce benchmark economico e punto di riferimento giuridico per gli operatori del settore.

La sua forza, che riscontriamo nei numeri e nel vederlo replicato da altre organizzazioni, discende direttamente dal cuore delle sue trattative giacché queste non furono il mero reiterare (e rimasticare) di precedenti testi ma il risultato di un lunghissimo lavoro di riflessione congiunta da parte dei suoi sottoscrittori che portò al primo vero e proprio contratto per gli operatori dello sport.

Così, a partire dal 2016, i lavoratori dello sport hanno potuto fruire di un sistema contrattuale specifico che prevedeva l’esistenza di categorie ben definite per il loro mondo del lavoro, l’integrale riferimento al sistema nazionale delle qualifiche del CONI nonché una serie di istituti che prendeva atto della fisiologica flessibilità sia delle imprese che dei lavoratori.

Una flessibilità tipica di un settore in cui, più che in altri, la forza motrice del lavoro risiede nella grande passione di istruttori e tecnici delle singole discipline sportive e nella grande volontà di innovare e condividere con gli utenti del servizio lo spirito che solo lo sport può dare.

Per la prima volta poi, si è dotato il sistema del lavoro sportivo di forme di assistenza sanitaria e previdenziali integrative arricchendo di ulteriori novità uno strumento contrattuale che si è dimostrato estremamente interessante in un settore così gravemente afflitto dalla piaga del precariato.

Ben può immaginare, dunque, Sig. Ministro, come quel contratto sia oggi fonte di sicurezza per migliaia di giovani e di importanti nuove entrate per l’Erario e per il sistema previdenziale.

Anche nell’attuale fase di rinnovo le scriventi organizzazioni hanno preso atto della necessità di insistere in una strada congiunta che possa portare a maggiori e migliori risultati, considerando come imprese e lavoratori hanno dimostrato una grande sensibilità a temi di estrema rilevanza, quali la sicurezza e il lavoro a distanza.

Nel settore dello Sport con l’emergenza da Covid-19 è emerso, in modo assolutamente evidente, il tema del riconoscimento dello status dei lavoratori delle attività sportive di base, degli impianti e delle attività motorie (istruttori, tecnici, giudici di gara, preparatori, manutentori fino al personale amministrativo, organizzativo e gestionale).

Per la prima volta con il Decreto cd. Cura Italia è stata data dignità ai tanti collaboratori sportivi esenti da ogni forma di contribuzione, di previdenza e assistenza.

A questo proposito, come sopra citato, per uscire dall’ambiguità e cercare di contenere il tanto lavoro nero che in questa crisi sta venendo a galla, riteniamo necessario definire le caratteristiche specifiche e le peculiarità del collaboratore sportivo. L’accesso a questa tipologia di lavoro non può essere dettato dalla convenienza economica e non deve essere una scelta sovrapponibile al lavoro dipendente contrattualizzato ai sensi del CCNL. Si pensi, a mero titolo di esempio, che esistono lavoratori con contratti part time che integrano la retribuzione contrattuale con compensi da collaborazione sportiva.

Riteniamo, quindi, che il collaboratore debba avere caratteristiche in merito alla qualifica, alla qualità del prestatore e alla disponibilità di orario che giustifichino un rapporto di lavoro più flessibile rispetto alle forme già previste dal CCNL. Allo stesso modo, anche riguardo al compenso orario, riteniamo che questo non debba essere inferiore a quanto stabilito per la mansione equivalente nel CCNL comprensivo degli oneri accessori (ratei ecc.), e con nessuna deroga contributiva a regime.

L’obiettivo, nella salvaguardia della sostenibilità del sistema, evitando un cambiamento che non tenga in considerazione gli equilibri odierni, che oggi penalizza tanti uomini e donne impiegate in questo settore, è quello legato all’introduzione, anche graduale, dell’accesso alla previdenza, agli strumenti del welfare (malattia, disoccupazione, maternità), alla copertura da infortuni professionali a favore anche dei soggetti che, nell’ambito delle associazioni e società sportive dilettantistiche riconosciute dal CONI, svolgono attività di collaborazione riferibile alla c.d. L. 342, pur tenendo conto dell’occasionalità dell’impegno e della necessaria flessibilità.

L’assenza di dati certi sul numero dei contratti (testimoniata dal ridotto numero di richieste del bonus di 600,00 euro previsto dalla recente norma, rispetto alle previsioni) deriva dal fatto che questi rapporti riguardano esclusivamente Associazione o Società Sportiva Dilettantistica e collaboratore, e spesso non vengono neppure dichiarati o peggio vengono intestati a soggetti di comodo, nascondendo, molte volte, un vero e proprio rapporto di lavoro subordinato.

Per la ripartenza del settore, fra i più colpiti dalla crisi da Covid-19, è necessario un piano di rilancio, che preveda interventi e investimenti strutturali nello Sport di base che possano, a cascata, costituire un volano per le imprese e dunque per le condizioni dei lavoratori, ad oggi spesso relegati nel ruolo di precari “legalizzati”.

E’ fondamentale, quindi, anche una modifica legislativa.

Abbiamo, pertanto, quali soggetti maggiormente rappresentativi di categoria, la necessità di poterLa, quanto prima, incontrare per illustrarLe e possibilmente condividere alcune nostre proposte di seguito illustrate.

Riteniamo necessario che all’incontro sia presente anche l’INPS che già in passato abbiamo avuto modo di sollecitare al riguardo. Chiediamo, quindi, un Suo intervento in tal senso.

• In relazione ai rapporti di collaborazione sportiva:

a) istituzione di un fondo bilaterale dedicato ad entità dilettantistiche e ai collaboratori operanti in regime c.d. “342” su cui possa essere versato un importo a valere sul compenso erogato pari al 2% a carico del collaboratore e 5% a carico della società/associazione dilettantistica destinandolo ad esclusivo vantaggio di entità sportive dilettantistiche e collaboratori per le loro finalità (ad es. riserva per eventuali emergenze, per il finanziamento di iniziative per la formazione dei lavoratori e per il rilancio di impianti sportivi da affidare ad entità no profit, strumenti mutualistici);

b) centralizzazione del registro CONI quale data base cui far confluire tutti i rapporti di collaborazione sportiva direttamente collegato con l’anagrafe tributaria al fine di individuare i percettori del reddito e agevolare i controlli contro eventuali abusi;

c) individuazione di un obbligo per Federazioni Sportive Nazionali (FSN), Enti di Promozione Sportiva (EPS) e Discipline Sportive Associate (DSA) di:

1. realizzare appositi albi pubblici, suddivisi per categoria, contenenti tutti i nominativi dei soggetti in possesso dei requisiti professionali per lo
svolgimento di attività lavorative a carattere sportivo e formativo;

2. trasmettere ai centri per l’impiego territorialmente competenti i riferimenti di ogni singolo rapporto in essere (attività attualmente limitata ai solicollaboratori amministrativo-gestionali) con esenzione da oneri burocratici quali libro unico e busta paga;

d) modifica della disciplina normativa che individui il perimetro del rapporto di collaborazione. Sotto questo punto di vista, prevedere l’impossibilità che una stessa persona sia legata con la medesima entità sia con un contratto di collaborazione sportiva che con un contratto di lavoro dipendente part time.

• In relazione agli investimenti nel settore dello sport:

a) incentivare gli investimenti nell’impiantistica sportiva. In tal modo si potrebbe consentire lo sviluppo delle imprese che operano nel settore dell’edilizia e si ridurrebbero gli sprechi visto che la gran parte degli impianti è di proprietà degli Enti locali. Non va sottaciuto che ogni impianto sportivo aperto oppure riavviato o solo messo in sicurezza è un caposaldo nella lotta alla criminalità organizzata nel quartiere in cui insiste per la capacità di coinvolgere i giovani.

b) inserire nell’art. 10 DPR 633/72 l’esenzione IVA per la pratica sportiva, anche per i soggetti profit che potrebbero essere gestiti in una sezione speciale del Registro CONI. In tal modo si ridurrebbero le forme di abuso attualmente esistenti, dovute all’attuale proliferazione di attività no profit strumentali ad evitare l’applicazione dell’IVA che per altro graverebbe sulle famiglie. Il numero di imprese dello sport è estremamente ridotto giacché il sistema premiale di non assoggettamento a tributo dei corrispettivi specifici porta a ridurre il numero delle entità profit a numeri estremamente ridotti.

c) prevedere una più ampia detrazione per le spese sportive al pari delle spese sanitarie (soprattutto considerando l’incidenza della diffusione dello sport come strumento di riduzione della spesa pubblica derivante dalla riduzione della spesa sanitaria). Anche questa misura, non limitata alle spese sportive in favore di entità no profit, consentirebbe di concentrare l’attenzione sulla pratica sportiva, dunque sull’utente finale e ridurre gli abusi. In alternativa si potrebbe pensare all’introduzione di incentivi per gli utenti dello sport.

d) istituire un fondo presso Sport e Salute SpA a favore delle associazioni e società sportive per il finanziamento di imprese sportive, per l’acquisto di attrezzature sportive, per esigenze legate all’organizzazione di eventi, ecc..

e) prevedere l’esenzione dai contributi previdenziali per i primi 3 anni su tutto il settore, così come nelle previsioni del settore agricolo, motivata dall’attuale fermo, ma solo se è finalizzata alla futura copertura di tutti i lavoratori. In questo modo riteniamo possano crearsi i presupposti per una gestione opportuna e necessaria delle flessibilità legate al mercato del lavoro rendendo così il CCNL uno strumento fondamentale di sviluppo per le imprese e i lavoratori, per un comparto produttivo peculiare che rappresenta fra valori diretti e indiretti il 4% del PIL nazionale.

Proponiamo, infine, anche di prevedere il riconoscimento della personalità giuridica per tutte le entità no profit, inserite a registro CONI, come elemento costitutivo della singola entità.

E’ possibile, a nostro avviso, garantire la sostenibilità del sistema, traslando le agevolazioni fiscali sul lato delle Associazioni o Società Sportive Dilettantistiche, conseguenti e motivate dalla funzione sociale delle attività sportive di base, così da evitare che comportino invece una compressione dei diritti e dei compensi dei lavoratori del settore, e forme di concorrenza impropria.

Sig. Ministro, come vede i temi in discussione sono di vitale importanza e possono consentire davvero di costituire un volano virtuoso per l’intera economia del settore.

Si tratta, soprattutto di misure che, atteso l’attuale quadro normativo, non impatteranno, a regime, sul sistema dei conti pubblici, stante l’attuale ridotto numero di imprese profit (effettivamente uniche soggette ad IVA) e l’incremento di entrate derivante dalla contribuzione sui rapporti contrattualizzati.

Per parte nostra, nel corso delle trattative, terremo conto, come fatto in passato, del senso di responsabilità, incentivando la diffusione di uno strumento che ha già dimostrato la sua estrema utilità.

In attesa di essere convocati ci è gradita l’occasione per inviarLe distinti saluti, con i migliori auguri per l’incarico svolto.

Per SLC CGIL il Segretario Generale Fabrizio Solari
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Per FISASCAT CISL il Segretario Generale Davide Guarini
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Per UILCOM UIL il Segretario Generale Salvatore Ugliarolo
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Per Confederazione dello Sport il Presidente Avv. Luca Stevanato
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Scarica allegato: Statistiche_CCNL_126_e_479

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